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President Trump 

 

 

 

 

 

The world must learn to take Donald Trump literally

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https://www.theguardian.com/theobserver/2025/mar/09/the-world-must-learn-to-take-donald-trump-literally

 

 

In his reckoning, there are not so much as sovereign states, but properties with tenants that can purchased

You ask if Donald Trump is “friend or foe?” (News). The answer is that if it is understood how Trump perceives himself, the US and others in the world, then there is a consistency about his utterances and policies.

He sees himself as global deal-maker and, in effect, a replacement for the United Nations. The statements he has made, and continues to make, about Gaza, Greenland, Panama and Canada should be taken literally. In Trump’s reckoning of the order of the world there are not so much as sovereign states, nations with economies and citizens, but properties with tenants that can be purchased – or, in the case of Gaza, tenants who can be “asked” to leave. In the case of Ukraine, he deals with the significant other potential property dealer, Russia, and that explains his treatment of Volodymyr Zelenskyy.

Dr George Hudson

As an American, I feel that it may be too late for us. Either out of ignorance or anger, half of us voted this man into power. All Americans now have to live with the terrifying consequences of living under the thumb of a capricious, revengeful individual and those who bow down to him or use him for their own purposes.

But Europeans do not have to appease Trump. Appeasement did not work with Hitler. It will not work now. Europe once was able to rely on the United States. Today, the world, including Americans, will have to rely on Europe to keep alive the ideals of the declaration of independence, the constitution, the Gettysburg address and Martin Luther King’s speech. I hope the British government will rescind the invitation of the king.

Miriam Bartes

 

Andrew Rawnsley rightly deplores the slashing of the international aid budget (“In this dangerous age, Britain needs to exert soft power as well as the hard stuff”, Comment).

 

But please don’t pit the needs of people in poverty overseas against those of people in poverty in this country by suggesting that we could be less generous towards social security spending.

 

 

 

 

 

 

 

Il ciclone Trump

 Giovanni De Sio Cesari

www.giovannidesio.it

 

Pochi giorni di presidenza Trump hanno creato uno scompiglio, uno shock, diciamo, in tutto il mondo, non solo fra gli avversari dell'America, ma anche fra gli amici e gli alleati tradizionali.

Certamente il personaggio è sgradevole, rozzo, manca di diplomazia, che non è solo finzione e ipocrisia, ma anche un modo di rapportarsi agli altri senza creare risentimenti, i quali generano poi maggiori difficoltà di carattere emotivo, intralciando l'azione stessa.

L'umiliazione pubblica, mai vista prima nella storia di un capo di Stato come Zelensky, ha generato, ad esempio, un compattarsi dell’opinione pubblica ucraina, con un risultato opposto a quello che Trump si riprometteva.

Trump spara cifre a caso, del tutto prive di fondamento, come ad esempio l'affermazione che Zelensky avrebbe solo il 5% dei suffragi elettorali o i fantomatici 500 miliardi dati all’Ucraina, creando così imbarazzo e discredito, poiché queste dichiarazioni vengono facilmente smentite.

  Notiamo pure che si tratta di estrapolazioni di discorsi che appaiono molto frammentari, approssimativi diremmo quasi sconclusionati: insomma qualcosa di ben diverso dai discorsi ad esempio di  in  Mattarella

Sembrerebbe quindi che Trump sia un capo di Stato del tutto inadeguato al suo ruolo. Tuttavia, bisogna anche riconoscere che la sua azione, almeno per il momento, non sembra priva di risultati immediati: sta sconvolgendo il mondo. Solo in futuro, con il senno di poi, potremo giudicare se questi sconvolgimenti avranno avuto un effetto positivo o negativo sull’America stessa e sul resto del mondo: ai posteri l’ardua sentenza.

Trump ha vinto le elezioni con un programma sintetizzabile in due parole: America First.

In realtà, tutti i suoi predecessori avevano promesso la stessa cosa, ma in modo molto generico e vago.

L’America tradizionalmente è sempre stata isolazionista: costretta a intervenire nella Prima Guerra Mondiale, si era poi ritirata (anche dalla Società delle Nazioni, che pure aveva contribuito a fondare). Poi, costretta nuovamente a intervenire nella Seconda Huerra Mondiale, ha trascorso 60 anni a fronteggiare il comunismo e successivamente il radicalismo islamico, intervenendo con grandi spese e molto sangue in infinite guerre locali, dalla Corea all’Iraq.

Cessati questi pericoli esistenziali, gli americani non vedono più motivi per interessarsi a tutto ciò che accade nel mondo, per essere, come si dice, i gendarmi del mondo.

Il punto essenziale, a nostro parere, è che Trump, nonostante tutto, DICE COSE VERE che per molto tempo la diplomazia, la retorica politica e il politicamente corretto hanno nascosto dietro ambiguità.

 

Ucraina

La guerra in Ucraina poteva finire dopo qualche mese. Fallito il tentativo russo di instaurare un governo filo-russo, grazie alla resistenza eroica degli ucraini, si sarebbe potuto lasciare alla Russia qualche provincia abitata da russofoni e porre fine alle ostilità.

Europei e americani, invece, hanno promesso solennemente a Zelensky che lo avrebbero aiutato fino a sconfiggere i russi, cosa che poi si è rivelata impossibile. L'unica soluzione possibile  ora sembra essere quella dei primi mesi. Parlare di una "pace giusta" (ammesso che la giustizia sia un concetto oggettivo in guerra) significa prolungare il conflitto all’infinito.

L’idea che Putin, dopo l’Ucraina, possa minacciare l’Europa e che quindi gli ucraini stiano combattendo per difendere l’Occidente è del tutto priva di fondamento: se la Russia non è stata in grado nemmeno di piegare l’Ucraina, come potrebbe pensare di attaccare tutta l’Europa? E per quale motivo dovrebbe farlo?

Putin potrebbe al massimo ambire a ricostituire una federazione di Stati indipendenti, come si ipotizzava dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, ma non si vede perché questo dovrebbe rappresentare una minaccia per l’Occidente.

Non si può nemmeno affermare che si tratti di una guerra tra democrazia e dispotismo: Putin non ha alcun interesse a imporre regimi non democratici all'Occidente, come invece faceva l’Unione Sovietica.

Per tre lunghi anni si sono propagate tesi che Trump ora sta mostrando come non vere, e non realistiche.

 

Medio Oriente

Trump continua a sostenere Israele, come del resto hanno sempre fatto gli USA, per motivi non sempre facili da spiegare.

Il radicalismo islamico, oggi incarnato da Hamas e appoggiato unicamente dall’Iran (ma non dagli altri Stati arabi), ha il sogno irrealistico di distruggere Israele e  Israele, dal canto suo, cerca di distruggere Hamas, senza però riuscirci.

La conseguenza inevitabile è che i palestinesi passano da una catastrofe all’altra e attualmente Gaza si trova in condizioni di estrema rovina, ma continua comunque a identificarsi con Hamas. Una situazione senza via d’uscita.

Il video che ritrae Gaza come un luogo di vacanza, oltre a essere del tutto irrealistico, è di pessimo gusto e dimostra una totale mancanza di sensibilità di fronte a tante morti e sofferenze. Tuttavia, è anche vero che l’unica soluzione per gli abitanti di Gaza sarebbe quella di emigrare in altri paesi arabi e ricostruirsi una vita: restare significa solo continuare a vivere nell’estrema rovina, come accade ormai da tre generazioni.

 

Dazi

La questione è molto complessa. Tuttavia, è un dato di fatto che nessuno Stato può avere un disavanzo commerciale all’infinito: prima o poi, è necessario riequilibrare la bilancia commerciale.

Una politica di dazi, quindi, è inevitabile. Certo, si tratta di misure dalle conseguenze difficilmente prevedibili, che possono generare gravi sconvolgimenti economici per tutte le parti coinvolte, come ad esempio un aumento dell’inflazione negli Stati Uniti stessi.

Tuttavia, è anche vero che acquistare beni dall’estero, da paesi che praticano prezzi più bassi, porta alla cosiddetta "desertificazione industriale", che nel lungo periodo genera crisi economiche e sociali, oltre a una crescente polarizzazione dei redditi, fenomeno evidente in tutto l’Occidente da almeno 30 anni

 

Riarmo

Dalla fine della Seconda guerra mondiale, di fronte al disastro dell’Europa, gli USA si sono assunti il ruolo di garanti della difesa dell’Occidente, anche per motivi di contrapposizione al comunismo.

Attualmente, però, non si capisce perché gli europei non debbano contribuire anch’essi alla difesa comune. Da qui la richiesta di Trump affinché investano nella sicurezza e non lascino tutto l’onere agli americani.

Infatti, gli europei sembrano ora intenzionati a impegnare risorse ingenti per la difesa, si parla addirittura di 800 miliardi di euro.