VENERDI SANTO A SORRENTO
A Sorrento
sono due le manifestazioni che si svolgono il Venerdì Santo.
Una si svolge nel cuore della notte tra il Giovedì
ed il Venerdì, l'altra la sera del "Sacro
di' funereo".
La prima e' organizzata dalla Venerabile Arciconfraternita
di Santa Monica con sede nella antichissima e preziosissima
Chiesa della Santissima Annunziata, la seconda
dalla Venerabile Arciconfraternita della Morte
con sede nella nobile Chiesa dei Servi di Maria.
La prima processione che si svolge a
Sorrento e' tradizionalmente definita "La
Processione Bianca", per il colore delle vesti che indossano
i partecipanti i quali sfilano nascondendo il proprio sembiante sotto il
tradizionale cappuccio.
Questo corteo secondo la credenza popolare vuole
rappresentare l'uscita della Madonna alla
ricerca del Figlio catturato e condannato a
morte.
L'inizio nel cuore della notte, la visita ai "Sepolcri"
(chiamati impropriamente così, visto che la nuova liturgia li definisce,
più appropriatamente, Altari della Reposizione),
il ritorno in chiesa ai primi bagliori del nuovo
giorno, sembrano avvalorare questa ingenua rappresentazione popolare.
Nonostante l’ora tarda, migliaia di persone assistono in silenzio al
lento scorrere di centinaia di penitenti in saio
e cappuccio bianchi, fantasmi umani che sembrano provenire da un’epoca
remota.
La stessa celebrazione della Processione del Cristo Morto
la sera del Venerdì Santo sembra dare maggiore
sostanza alla credenza popolare di cui abbiamo parlato. Infatti, nelle
credenze popolari, questa processione
rappresenterebbe il ritrovamento da parte di Maria
del Figlio morto in croce. I partecipanti in
questo caso indossano saio e cappuccio neri e, a precedere la
statua della Madonna Addolorata, viene portato a
spalla il bellissimo simulacro del Cristo Morto
di scultore ignoto, oggetto di immensa devozione da parte dei sorrentini.
Mentre la Processione Bianca è sicuramente più
suggestiva, per la collocazione notturna e per l’atmosfera quasi irreale
che si viene a creare, la Processione Nera è,
invece, più solenne e maestosa.
Le radici di queste Processioni sono antichissime e si fanno risalire
probabilmente al 1500. In quei tempi era tradizione delle
Confraternite visitare la sera del Giovedì Santo
le Chiese ed i monasteri cittadini dove erano
allestiti i Sepolcri. Il corteo
era molto semplice: alcuni confratelli in borghese percorrevano le
strade delle città con lumi accesi, cantando salmi
e recando una croce spoglia tra due lance.
Solo probabilmente verso il diciottesimo secolo, sotto il dominio del
vicereame Spagnolo e per influsso dei padri Gesuiti, allora assai
numerosi nel Regno di Napoli, si iniziò ad organizzare le
processioni nel modo in cui si vedono oggi.
Si arricchirono le sfilate con corpi illuminanti, quali fiaccole o
lampioni, con i simboli delle Confraternite,
stendardo e pannetto, e si inserirono i famosi "Misteri"
o "Martiri", cioè i simboli delle offese
materiali subite da Cristo nella Sua ascesa al
Golgota. I cortei sono,
poi, chiusi dai circa duecento cantori del Miserere
che in un'atmosfera di commozione unica fanno riecheggiare le parole del
salmista Davide.
Esso rappresenta il popolo nella sua contrizione che invoca la clemenza
Divina per il crimine commesso nei confronti del Suo Unigenito Figlio.
Va ricordato che alla Processione del Cristo Morto
inizialmente partecipavano i soli confratelli ed
i frati francescani del locale convento, allora molto numerosi. Quando
nel 1806 per un decreto di Giuseppe Bonaparte, allora Re di Napoli, i
frati, in base alle leggi eversive dell'asse ecclesiastico, furono
allontanati da Sorrento, i
confratelli "invitarono" altri sorrentini a partecipare alla
processione.
Quest'invito si ripete ancora oggi e rappresenta un motivo essenziale
per la celebrazione della Pasqua. La
partecipazione alle processioni è motivo di
orgoglio per i numerosissimi sorrentini, in particolar modo giovani, che
le attendono per mesi tramandandosi questa tradizione di padre in
figlio.
A dare un ulteriore tono di mestizia ai cortei
sono le note delle marce funebri suonate in
testa alle processioni da competenti bande
musicali.
Come si può evincere da quanto detto le Processioni del
Venerdì Santo sono tutt'altro che mere manifestazioni
folcloristiche ma rappresentano la testimonianza dell'attaccamento alle
radici religiose dei sorrentini.