radici storiche e culturali
Giovanni De Sio Cesari
( http://www.giovannidesio.it/ )
Indice:Premessa Precedenti - Antimericanesimo di destra - La svolta del 68 - Oggi
Appendice :Nota - Napoli milionaria-
Santa Chiara - L'americano - Carosone -
Il West -Noa-noa - Alienazione - Reich - Falsificazione
L’anti- americanesimo non consiste nel fatto che si critica questa o quella decisione USA o si è disaccordo su alcuni aspetti o anche sull’insieme della sua politica internazionale: sarebbe comune critica politica. Viene invece definito ”anti-ameracanesimo” il fatto che comunque, in ogni caso e a prescindere da qualunque analisi dei fatti si ritiene che tutto o quasi il male del mondo derivi dagli USA.
E’ colpa degli USA se gente proveniente da un antico medioevo islamico lanciano aerei contro i grattacieli , se gli Hutu fanno una strage di Hutsi , se nel Congo etnie e tribu si scontrano con milioni di morti E poi la fame, la sete, la povertà, le guerre i razzismi sono sempre un derivato in qualche modo della politica USA
Anche se un tzunami devasta e uccide tanta gente in fondo la colpa è pure americana perchè non si è predisposto un sistema di allarme. Perfino per la influenza dei polli e per l’AIDS si sospetta che alla fine la colpa sia degli Americani.
Ora può anche essere vero che alcuni di questi o anche tutti siano imputabili agli USA: ma il punto essenziale per parlare di anti- americanesimo consiste nella credenza a priori della responsabilità americana a prescindere da qualsiasi analisi. Non importa poi se la “colpa “ non si vede : ci “deve” essere, se non appare è perchè viene nascosta da intrighi incredibili che nessuno conosce ma che devono pure esserci : fioriscono le più incedibili dietrologie fino a pensare che bin Laden sia un agente americano e che gli attentatori di New York erano d’accordo con la CIA.
Una sua manifestazione tipica è l’elenco dei crimini commessi dagli americani : si elencano una serie di episodi nei quali gli americani sono in qualche modo coinvolti per dimostrare che la loro storia è essenzialmente una sequela di crimini. A prescindere dal fatto che gli episodi sono spesso riportati in modo falso o tendenzioso o enfatizzati il punto essenziale è che manca l’analisi comparativa e l’inquadramento storico dei fatti.
Esaminiamo per esemplificare l’episodio classico di Sabra e Chatila La responsabilità dell’episodio viene ricondotto agli Americani tanto che per l’11 settembre spesso si è favoleggiata di una (comprensibile) vendetta islamica.
Vediamo però i fatti:
La presenza palestinese in Libano provocò una spaventosa guerra civile che distrussero il paese, prima fiorente e pacifico con centinaia di migliaia di morti. Dopo anni di stragi sembrò che si arrivasse a una composizione pacifica, fu eletto come presidente Gemayel per guidare un governo di unità nazionale e ricostruire il paese ma questi fu ucciso in uno terribile attentato attribuito ai palestinesi. Allora i sostenitori di Gemayel, i "falangisti " entrarono nei campi di Sabra e Chatila e operarono una carneficina per rappresaglia. Poichè però il campo era in territorio controllato dagli Israeliani, questi possono essere considerati e a giusta ragione, oggettivamente come responsabili perchè non lo impedirono.
L’eccidio quindi fu opera di arabi , non impedita dai Israeliani, forse conniventi ma gli USA non ne hanno nessuna responsabilità
Definire poi i seguaci di Gemayel come esponente di destra è assolutamente arbitrario: il partito di riferimento si denominava " “kataeb" che in arabo significa "schiera serrata," quindi che può essere reso anche con "falange" il cui nome ricorda quello della falange spagnola dei tempi di Franco: ma è solo una coincidenza di nome, nessuna parentela politica o ideologica. La kataeb era sola la milizia armata dei Maroniti, uno dei gruppi etnici religiosi in guerra nel Libano, non si può definire ne di destra ne di sinistra.
Sopratutto non si inquadra l’episodio nel contesto di una spaventosa guerra civile durata molti anni, con atroci vendette incrociate di cui l’episodio di Sabra e Chatila è solo uno dei tanti, nemmeno il più grave. Tuttavia viene costantemente ricordato perchè è l’unico di quella guerra la cui responsabilità, attraverso gli Israeliani, può in qualche modo, essere ricondotta indirettamente agli Americani.
In realtà la responsabilità americana consisterebbe nel fatto che essi comunque con la loro politica globale sarebbero responsabili di questi fatti, anzi di tutte le nefandezze che avvengono nel mondo a prescindere all’analisi dei fatti e dei contesti .
L’ anti- americanesimo è ben esemplificato da un piccolo episodio che riassumo. Una volta un mio lettore di fatti del terrorismo al quale consigliavo di dare un occhiata al corano e leggersi qualche analisi dell’Islam mi rispose che non lo avrebbe mai fatto: che era cosa inutile perchè egli conosceva già perfettamente il significato dei fatti: il terrorismo era tutta colpa dell’America e qui un lungo discorso senza la minima connessione e riscontro nei fatti : non importava niente che il terrorismo fosse nato, sviluppato e vivesse solo in ambito islamico: comunque era tutta colpa dell’America, l’Islam non c’entrava niente a prescindere da qualsiasi analisi dei fatti.
Gli Usa assumono cioè nell’antiamericanesimo il ruolo del “ male” , del male in se, del male radicale, di cui tutti i mali del mondo sono la conseguenza: l’analisi dei motivi per i quali nasce e si è formato un tale pregiudizio costituisce il fine di questo lavoro
L’idea che tutto il male del mondo possa essere ricondotto a una unica causa fondamentale in realtà non è nuova nella storia anzi diciamo che è cosa affatto comune. In realtà comprendere le cause dei singoli avvenimenti è cosa complessa e difficile; richiede conoscenza approfondita degli avvenimenti, della situazioni storiche, geografiche, culturali, richiede soprattutto conoscenza delle dinamiche storiche, una preparazione culturale, un atteggiamento mentale aperto che in realtà poche persone possiedono. Non è realistico che un medico, un bancario, un tassista, ad esempio, conoscano il mondo dell’islam, si sappiano destreggiare fra sciiti e sunniti, fra Safe e whahabiti. Hanno solo qualche vago ricordo scolastico dell’Islam e sentono distrattamente quello che dicono confusamente giornali e mass media. Come potrebbero allora discernere cause ed effetti, implicazioni e contraddizioni?
E' molto più semplice avere una idea fondamentale, uno schema che può essere poi facilmente applicato ad ogni avvenimento: tutto allora diviene chiaro ed evidente tutti possono dare il loro parere e credere che essa sia cosa evidente e arrabbiarsi contro tutti quelli che affacciano dubbi, perplessità e altre ipotesi contrastanti citando fatti e teorie ignote ai più.
Eppure gli Usa hanno un posto nella storia dell’umanità che non può essere negato.
Basta ricordare qualche fatto:
hanno costruito la prima e la più grande delle democrazie del mondo, hanno creato un modello di sviluppo economico che ha reso quel paese il più prospero del mondo hanno salvato il mondo dal nazismo sconfiggendo Germania e Giappone hanno vinto la sfida del comunismo internazionale sono all'avanguardia nella scienza e nella cultura in genere tanto che l'inglese ormai è lingua mondialeCome pensare che una tale nazione possa essere considerato l’origine di ogni male ?
Ma i precedenti sono moltissimi nella storia
Anche senza andare a teorie antiche greche, romane o medioevali diffuse universalmente seppur del tutto infondate si può fare attenzione semplicemente ad avvenimenti recenti.
Non occorre infatti andare lontano per trovare esempi di credenze ampiamente diffuse e che pure non hanno alcuna base, che sono chiaramente sconfessati dai fatti appena li si guarda con un minimo di realismo.
I tedeschi uno dei popoli più colti e civili d' Europa credettero veramente negli anni 30, che gli ebrei fossero dei sottouomini. Come era possibile pensare una cosa del genere del popolo che aveva dato all’umanità Marx, Einstein , Freud e anche lo stesso Cristo? Ebbene per quanto strano e incredibile possa sembrare, effettivamente la maggior parte dei tedeschi si convinse di una assurdità del genere.
E i Giapponesi il popolo più moderno e progredito dell’Oriente credette che i Cinesi fossero una razza inferiore, non veri uomini . Eppure è dalla Cina che poi alla fine proviene la stessa cultura giapponese. Eppure i Giapponesi potettero credere che i loro maestri di civiltà fossero una razza inferiore.
Anche l’idea che in tutti i mali del mondo esiste una regia nascosta della CIA è teoria che ha i suoi precedenti. Nell’700 si favoleggiava del potere dei Gesuiti ( si ricordino anche i romanzi di Dumas ) poi si è parlato della massoneria e di altre società segrete, e quindi tutto sembrava dipendere da complotti ebraici ramificati in tutto il mondo.
Attualmente il posto dell’antisemitismo è stato preso dall’ anti-americanesimo e la CIA sostituisce i complotti massonici- giudaici. Non importa che poi la CIA non pare proprio poi avere tutta questa efficienza. In Iraq per oltre dieci anni e con finanziamenti illimitati non è riuscita a far cadere Saddam Hussein, non riesce a controllare la guerriglia, non ha prevenuto l’11 settembre, non riesce a prendere il fuggitivo Osama Bin Laden e questi sono solo gli ultimi di una serie di insuccessi storici. La loro inefficienza è tale che talvolta sorge il sospetto che siano addirittura conniventi. In effetti la CIA si presenta come un ufficio di pagamento con grandi fondi ai quali tutti cercano di attingere, soprattutto imbroglioni e pataccari.
Ma se non appare nessun ruolo americano in una vicenda si può sempre pensare che esso non appaia solo perché la CIA lo nasconde: in realtà poi tutto quello che ha compiuto ( dal Cile all’Iran ) è stato quasi sempre conosciuto in un lasso di tempo relativamente breve.
Ma l’ anti-americanesimo non è rivolto contro un popolo quanto contro una ideologia politica tanto che esso si ritrova negli stessi Stati Uniti sia pure come posizione minoritaria non meno che in Europa e nel resto nel mondo. Questo fatto permette a coloro che professano l’ anti-americanesimo di respingere la accusa di essere contro l’America in generale perchè essi contrappongono all’America maggioritaria e ufficiale quella dei movimenti di contestazione, che fioriscono in un clima di tolleranza tipica di quel paese, numerosissimi come ogni altro tipo movimento.
Naturalmente la questione si mantiene su un equivoco linguistico: l’anti- americanesimo è la critica radicale ( non motivata) contro la azione effettiva svolta dagli USA e non nega il fatto che esistano in essa movimenti contestativi a tale azione cosa che invece per evidenti ragioni viene amplificata e enfatizzata
IL fascismo e il nazismo furono pure contrari all’america: tuttavia difficilmente in essi fiorì l’anti-americanesimo. Gli USA apparivano infatti defilati dalla politica internazionale anzi con il senno di poi possiamo anche dire che fu proprio la tendenza isolazionista degli USA fra le due guerre che permise l’affermarsi di regimi totalitari di destra in Europa.
Nel fascismo si favoleggiava che tutto il male che c'è nel mondo dipendesse da una cricca di capitalisti in combutta con l’ebraismo internazionale. Si affermava di lottare contro "la congiura delle plutocrazie dominata dagli ebrei”: tuttavia gli USA non veniva indicata come il paese leader che era invece individuato soprattutto nell’Inghilterra ( “Dio stramaledica l’Inghilterra” era un tipico motto fascista). Anzi è nota la simpatia che non pochi esponenti fascisti e anche nazisti ebbero per alcuni aspetti della cultura americana (soprattutto il cinema).
Abbiamo piuttosto una sottostima delle potenzialità USA che fu anche essa una causa non secondaria della politica imperialista dell’asse: in un ambiente di acceso nazionalismo e razzismo girava l’idea che l’America fosse una nazione debole, incapace a combattere perchè mancava di una "unità razziale" e "nazionale". Con la guerra invece ci si accorse con stupore di quanto fossero assurde e infondate tutte quelle idee e ci si rese conto della enorme potenza ed efficienza americana.
(Con l’occupazione americana sorse però un elemento di spiccato e concreto anti-americanesimo. Gli americani (alleati in generale) portavano infatti una mentalità nuova che agli ambienti conservatori o comunque tradizionalisti apparve (ed era effettivamente) un grave pericolo per le la tradizionale visione della vita.(vedi "Nota Napoli" in appendice Ad esempio propagandarono l’idea di una libertà sessuale allora del tutto ignota in Italia che preoccupò non poco la Chiesa che vedeva mettere in discussione i propri tradizionali insegnamenti di etica sessuale oltre che matrimoniale (unioni civili, divorzi, ecc. ecc.)
Anche il pragmatismo e liberismo economico metteva in crisi il solidarismo delle piccole comunità locali: si veda ad esempio la commedia di Eduardo “Napoli milionaria”( vedi "Napoli milionaria" in appendice) in cui viene contrapposta una comunità solidale del vicolo a una visione spregiudicata ed egoistica dei rapporti economici.
Cosi come della perdita di valori si fa portavoce la canzone “ Munasterio Santa Chiara (vedi in appendice).
Il comunismo italiano vide nell’America il paese leader del capitalismo ma pure i liberatori dal nazi-fascismo: mancò in esso in generale l’ anti-americanesimo vero e proprio che fu per esempio del tutto estraneo a Togliatti che pure vedeva nell’America il nemico principale del comunismo
In questo quadro, allora, coloro che simpatizzavano per l’innovazione e quindi, fisiologicamente, soprattutto i giovani videro nell’America un esempio, se non una patria ideale.
Fra il 45 e il 65 si affermò allora il mito dell’America delle sue canzoni, della sua way of life: erano i tempi in cui i giovani cercavano di parlar inglese e di vestirsi all’americana, : erano i tempi dell’indimenticabile personaggio impersonato da Sordi (vedi in appendice ) che parlava un finto inglese e nei quali Carosone cantava “ tu vuo fa l’americano “ (vedi in appendice).
Nel complesso quindi l’anti-americanesimo di destra non ebbe poi grande rilevanza: è curioso notare però come attualmente talvolta ricompaiono a sinistra vecchi pregiudizi fascisti di un America guidata da complotti capitalisti ed ebraici : il fenomeno è il risultato della influenza della identificazione che avviene nel mondo arabo fra anti-americanesimo e anti-sionismo, identificazione che non è solo dovuta, a nostro parere, alla contingente alleanza USA e Israele ma trova alimento nelle identiche caratteristiche dei due fenomeni
Con il 68 l’atteggiamento verso l’America cambia di colpo: i giovani sessantottini vedono nell’America la fonte di ogni male: tutti quelli che erano contro le ingiustizie, contro le multinazionali, contro la guerra, contro l’inquinamento, contro non si sa bene cosa ma che erano comunque “contro” , videro nell’ America il pilastro dell’attuale assetto politico-sociale , e quindi in sintesi “il male” anticipando di venti anni e in termini laici le definizione di “grande satana” data in termini religiosi da Khomeini.
Perchè questo mutamento cosi improvviso proprio negli ambienti giovanili che fino ad allora ne avevano sostenuto il mito?.
La contestazione giovanile nel suo semplicismo e unilateralismo nutrendosi di suggestivi miti politici vedeva nel capitalismo il male radicale in contrapposizione al bene costituito dal comunismo: ma non dal comunismo realizzato effettivamente nei paesi dell’est come era stato per la precedente generazione ( quella di Togliatti per intenderci ) ma di un comunismo ideale da cui i regimi dell’est si sarebbero colpevolmente allontanati e che forse si intravedeva in parte nella Cina di Mao e nei viet-cong di cui per altro si conosceva molto poco e che quindi erano adatti ad essere trasfigurati in simboli.
La precedente generazione aveva sognato un comunismo che la affrancasse soprattutto dalla atavica miseria e ingiustizia sociale. Ma alla fine degli anni 60 le condizioni materiali dei lavoratori erano sostanzialmente migliorate: il problema allora si poneva in modo molto più radicale: al tema del miglioramento delle condizioni economiche si sostituiva quello della "alienazione".
Certo restava la importanza del fattore economico: ma essenziale era che la civiltà borghese e capitalistica portava alla “alienazione” alla “reificazione” a considerare l’uomo essenzialmente come un oggetto negando la sua umanità che era tema pure importante in Marx ma che in realtà era stato abbastanza trascurato nelle teorizzazioni dei movimenti comunisti i cui programmi erano rivolti a mete economiche ben più concrete ( vedi "alienazione " in appendice ).
Da questo punto di vista il capitalismo non era solo un sistema che creava ricchi e poveri ma era responsabile di tutto il male del mondo dell’egoismo, dell'individualismo, della perdita di senso della vita, Collegandosi poi a alcune correnti psicanalitiche era anche responsabile della repressione sessuale, della incapacità di godere della felicità dell’amore, che sarebbe stato mercificato o represso dal capitalismo ( vedi Reich in appendice ). Pertanto diventava la fonte prima ontologica di ogni il male e non solo un sistema socio economico sbagliato o ingiusto.
Poichè l’america era considerata come la maggiore esponente del capitalismo, logicamente tutti i mali le ingiustizie tutte le nefandezze del mondo era in qualche modo opera sua. Operando una estrema semplificazione il mondo veniva diviso in due campi: il campo dl bene e quello del male
Il campo del male era occupato dal capitalismo e quindi soprattutto dagli Americani responsabili di ogni e qualunque nefandezza accada nel mondo. Il campo del bene invece era molto sfumato: in effetti con la perdita di fiducia nel comunismo realizzato non si capiva bene cosa comprendesse.
Il realtà era semplicemente il mondo vagheggiato senza oppressi e oppressori, senza sfruttamento, senza egoismo ingiustizie e soprattutto senza repressioni. Poichè l’America era comunque il male radicale, ontologico in qualche modo i suoi nemici, quelli che la combattevano assumevano sempre una connotazione positiva.
Un esempio evidente è il rovesciamento del mito del West: non più prodi soldati e cow boy contro selvaggi sanguinari ma indiani buoni e innocenti e felici, massacrati da bianchi malvagi, avidi e crudeli (vedi "West" in appendice)
Ma tutta la storia fu rivisitata: e dovunque gli americani furono rappresentati come i cattivi sopraffattori ( Vedi "Noa noa" in appendice ).
Si faceva una eccezione solo per la II guerra mondiale in cui bisognava pure loro riconoscere il merito di aver combattuto il nazi fascismo in alleanza con i Partigiani
Con al fine degli anni settanta ebbero fine anche le illusioni di una affermazione in tempi brevi del “vero” comunismo: apparve chiaro non solo l’insuccesso dei movimenti armati come le BR ma anche della incapacità dei movimenti contestativi di incidere realmente sulle politiche economiche statali
Anzi si affermarono le teorie neo-liberiste propugnate da economisti come Friedman e portate avanti con successo da Reagan e Thatcher: con gli inizi degli anni novanta crollarono poi clamorosamente e inaspettatamente i regimi comunisti dell’est, la Cina imboccò decisamente la strada del capitalismo: sembrava allora che il capitalismo avesse vinto incontestabilmente la sua sfida.
Ma l’anti-americanesimo lungi dall’esaurirsi andò sempre più a radicalizzarsi: ciò a molti sembrò incomprensibile perché ritenevano che la vittoria indiscussa del sistema capitalistico guidato dall’USA avrebbe significato anche il riconoscimento non solo del loro primato ma anche dell’aver avuto insomma “ ragione” dalla storia.
In effetti però per comprendere il fenomeno dobbiamo notare che al modello capitalistico americano non viene contrapposto realmente qualche modello come concreta alternativa.
Si sono persi i punti di riferimenti concreti: i regimi dell’est non esistono più, la Cina ha imboccato la via di un capitalismo spinto, i regimi del terzo mondo un tempo anti americani hanno raggiunto risultasti deludenti se non catastrofici.
Ma tutto questo ha accentuato il carattere ideale dello posizione anti-USA: non si contrappone al modello americano nessun modello realizzato o in via di realizzazione ma solo un modello ideale che proprio perchè ideale risulta pur sempre al paragone vincente perchè ovviamente l’ideale è sempre superiore al reale.
Dal suo punto di vista l’ anti- americanesimo pare perfettamente logico anzi riceve continue conferme e non teme le smentite. Poichè non vi è un sistema alternativo concreto è possibile trovare sempre in tutto quello che fanno gli americani qualcosa di imperfetto, di male perchè la realtà non è mai perfetta e non vi è un modello reale con il quale fare paragoni.
Ad esempio se dei terroristi si asserragliano in un ospedale e per snidarli gli americani aprono il fuoco uccidendo dei pazienti si griderà che hanno fatto una strage di civili: non si esamina la possibilità che in realtà la responsabilità magari sia dei terroristi e che in effetti gli Americani non avevano effettivamente e realisticamente altra alternativa. Ci si ferma semplicisticamente al primo dato: massacro di civili: si giudica moralisticamente confrontando il comportamento americano non quello dei loro nemici o di altri ma quello ideale astrattamente auspicabile e non si confronta invece due modelli reali e le possibilità effettivamente esistenti di agire diversamente.
D’altra parte anche molto più importante è che le conferme storiche si accumulano: infatti poichè si indaga ogni vicenda considerando che il responsabile negativo è l’america sia che si veda sia non si veda ( sarò opera della CIA, di oscuri complotti) evidentemente con questo metodo si troverà sempre la colpa americana.
E’ sempre possibile infatti ritrovare interessi americani in ogni vicenda: e come potrebbe essere altrimenti in un mondo globalizzato in cui l’America è la nazione più importante. E' sempre possibile trovare il “male” fatto dagli americani. Quello che manca è un analisi comparativa delle politiche delle varie parti in gioco e delle reali effettive alternative possibili.
Noi precisiamo ancora che con questo non intendiamo affermare che le decisioni politiche americane non siano in parte o anche tutte criticabile o inaccettabili: sarebbe questa una normale posizione di critica politica ma l’anti- americanesimo assume questa posizione a prescindere di un analisi dei fatti che sono spiegati per principio con la malvage intenzioni degli americani e del capitalismo.
Si tratta di un ragionamento analogo a quello della fede nella Provvidenza: tutto cio che accade è opera sua anche se non ne scorgiamo le motivazioni e i fini e nemmeno i mezzi
La moderna epistemologia definirebbe una tale posizioni come “metafisica non critica": si può credere e meno ma non contano i fatti.
Seguendo il linguaggio di Popper potremmo dire che si tratta di una teoria non falsificabile (vedi "falsificazione" in appendice )
FINE
L’impatto degli eserciti alleati fu maggiore in Napoli che altrove perchè la città divenne molto a lungo la principale retrovia del fronte dove si concentravano quindi un numero altissimo di militari. Pertanto da Napoli noi abbiamo le testimonianza più vive dell’impatto dell’ “american way of life” nei confronti della tradizione italiana.
Tipico è il contrapporsi del presepe, tradizione antichissima partenopea ancora coltivata dagli anziani e l’albero di Natale (importato dagli americani) che appare il preferito dei giovani.
Non vi è ancora presente l’anti americanesimo come lo abbiamo definito ma lo sconcerto il dolore per una nuova realtà vissuta come negativa, negatrice dei tradizionali valori
"NAPOLI MILIONARIA" Tre atti di Eduardo
Tornato improvvisamente dalla prigionia il protagonista Gennaro, abitante di un "basso" napoletano, vede allibito la nuova realtà: la moglie si è messa in affari, ma non come nella tradizione rispettando il solidarismo della comunità del vicolo ma cerca di arricchirsi senza guardare in faccia a nessuno.La figlia ha frequentato senza le tradizionali cautele ambientali il suo fidanzato americano e rimane incinta e rimprovera la madre di non averla sufficientemente sorvegliata come era suo tradizionale dovere.
Il figlio sta per diventare ladro perchè anche lui è preso dalla voglia di facili guadagni
La figlia piccola è ammalata, le vengono fornite le medicine introvabili proprio da una persona che era stata costretta a cedere i suoi beni alla madre della piccola, e lo fa gratuitamente, in nome dell’antico senso di solidarietà.
Nell’ultimo scena il protagonista è al capezzale della figlia ammalata e pronuncia a famosa frase "ha da passà 'a nuttata" per indicare non solo Il tempo della crisi medica della figlia ma di tutta la cultura napoletana e di tutta la tradizione italiana.
In realtà non si tratta di una nottata che deve passare ma di un nuovo mondo che viene avanti. Nuove concezione dell’amore della sessualità, e della famiglia, della libera concorrenza e della iniziativa privata provenienti dall’America (dalla modernità) hanno cominciato a diffondersi e presto daranno i propri risultati positivi o negativi
La distruzione del famosa e antichissimo complesso monastico diventa il simbolo della distruzione di un mondo di sincerità, di schiettezza, di onestà di semplicità identificato nella cultura tradizionale. L’autore teme che Napoli abbia perso “o core” cioe una concezione solidaristica della vita la qualcosa in realtà può considerarsi vero con l’avanzare di una diversa concezione della vita più moderna veicolata dagli americani.
Riportiamo il testo della canzone
Dimane?...Ma vurría partí stasera!
Luntano, no...nun ce resisto cchiù!
Dice che c'è rimasto sulo 'o mare,
che è 'o stesso 'e primma...chillu mare blu!
Munasterio 'e Santa Chiara...
tengo 'o core scuro scuro...
Ma pecché, pecché ogne sera,
penzo a Napule comm'era,
penzo a Napule comm'è?!
Funtanella 'e Capemonte,
chistu core mme se schianta,
quanno sento 'e dí da 'a gente
ca s'è fatto malamente
stu paese...ma pecché?
No...nun è overo...
no...nun ce créro...
E moro cu 'sta smania 'e turná a Napule...
Ma ch'aggi''a fá?...
Mme fa paura 'e ce turná!
Paura?...Sí...Si fosse tutto overo?
Si 'a gente avesse ditto 'a veritá?
Tutt''a ricchezza 'e Napule...era 'o core!
dice ch'ha perzo pure chillu llá!
Munasterio 'e Santa Chiara...
'Nchiuse dint'a quatto mura,
quanta femmene sincere,
si perdévano ll'ammore,
se spusavano a Gesù!
Funtanella 'e Capemonte...
mo, si pèrdono n'amante,
giá ne tènono ati ciento...
ca, na femmena 'nnucente,
dice 'a gente, nun c'è cchiù!
No...nun è overo...
No...nun ce crero...
E moro pe' 'sta smania 'e turná a Napule!
Ma ch'aggi''a fá...
Mme fa paura 'e ce turná!
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L’”americano” di SordiMa se la nuova cultura americana viene vista con sospetto dalle persone più mature e da moralisti ad essa invece presto aderiscono con entusiasmo acritico i giovani.
Nel film “ ”, 1953 Alberto Sordi disegna una figura indimenticabile; un giovane che cerca disperatamente di apparire americano: non conoscendo l’inglese si inventa una serie di sillabe che pure essendo senza significato pur tuttavia riproducono la cadenza tipica americana e possono essere sembrare quindi veramente inglese
CAROSONE : TU VUO' FA' L'AMERICANO
Tutto cio che è americano diventa allora agli occhi dei giovani desiderabile: le canzoni, i vestiti, la lingua, il cibo. Bonariamente Carosone prende in giro questa mania in ”Tu vuo’ fa l’americano “. Il giovane appare ridicolo con i suoi vestiti strani e con la pretesa di parlar di amore in inglese in una città che aveva tradizioni antichissime di canzoni di amore.
Riportiamo il testo:
Puorte 'e cazune cu nu stemma arreto...
na cuppulella cu 'a visiera aizata...
passa scampanianno pe' Tuleto
comm'a nu guappo, pe' se fa' guarda'...
Tu vuo' fa' ll'americano
mericano, mericano...
sient'a mme chi t' 'o ffa fa'?
tu vuoi vivere alla moda,
ma se bevi "whisky and soda"
po' te siente 'e disturba'...
Tu abball' o' rocchenroll
tu giochi a baisiboll...
ma e solde p' e' Ccamel
chi te li dà?
la borsetta di mammà!?
Tu vuo' fa' ll'americano
mericano, mericano...
ma si' nato in Italy!
sient' a mme: nun ce sta niente 'a fa'
ok, napulitan!
tu vuo' fa' ll'american
tu vuo' fa' ll'american!
Come te po' capi' chi te vo' bbene
si tu lle parle miezo americano?
quanno se fa ll'ammore sott' 'a luna
comme te vene 'ncapa 'e di' "I love you"?
Tu vuo' fa' ll'americano
mericano, mericano...(ecc.)
Il concetto si ritrova in Marx ma viene sviluppato e enfatizzato da una serie di pensatori in disaccordo o in polemica con il regimi socialisti dell’est. Si parla di un processo di “falsa coscienza” cioe di una rappresentazione non veritiera della realtà ma funzionale al sistema capitalistico; essa porta alla “reificazione” cioè al considerare i rapporti fra le persone come un rapporto fra cose; si sostituisce cioè al rapporto fra i lavoratori il rapporto puramente economico fra capitale e lavoro. Ciò porterebbe alla “alienazione” cioè a non riconoscere l’essenza dell’uomo: il lavoro da autorealizzazione umana diviene infatti qualcosa che si oppone all’uomo, una condanna, una pena che lo schiaccia
Marcuse in particolare delineò il concetto che la libertà democratiche borghesi erano solo apparenti, che i movimenti religiosi e filosofici sono solo delle valvole di sfogo per ridurre la pressione popolare che rinforzano indirettamente la società capitalistica.
Come soluzione Marcuse parla del “gran rifiuto” come la soluzione di tutte le contraddizioni capitalistiche. Per essa si fa però non tanto affidamento sulle masse lavoratrici ormai inserite anche esse nel sistema ma ai gruppi giovanili, agli emarginati alle minoranze razziali.
Non vengono indicata quali sarebbero i parametri della nuova società si parla di una nuova “calata di barbari” ma che potrebbe coincidere con la “vera” civiltà. Dichiara pure che la società capitalistica restringe i limiti della razionalità all’orizzonte attuale negando altre possibilità che quindi ci sarebbero anche se non possono essere concretamente delineate
Forse l’espressione più chiara di questo modo di concepire lo stato e la società si trova in una famosa scritta del “maggio” francese: “la fantasia al potere".)
esponente della cosi detta sinistra freudiana ritiene, al contrario di Freud, che la repressione del complesso di Edipo e in genere degli istinti non sia necessaria ma che essi possano essere superati naturalmente con la maturazione, in modo non violento. Distingue nella storia una concezione patristica e una matristica. La prima sarebbe incentrata sulla repressione e produrrebbe quindi violenza, guerra, discriminazione e in sostanza infelicità. La seconda invece sarebbe orientata al libero soddisfacimento delle pulsioni istintive e porterebbe all’accettazione dell’altro, alla pace, alla collaborazione, in sintesi alla felicità E' sintomatico che nell’indicare società matristiche si riferisce a una supposta cultura primitiva ( di cui gli antropologi non trovano traccia) e al periodo evangelico del cristianesimo che pare una evidente forzatura. In realtà il modello matristico, come tutti quelli del 68, è modello ideale non realizzato concretamente
▲Al di là della realtà storica esiste una leggenda del West o più esattamente due leggende contrapposte, una positiva che vede il West il luogo dei valori fondanti della civiltà americana, l’altra negativa che cresciuta intorno agli anni del 68 vede, in polemica con la prima, invece il West come il luogo dei disvalori, del male originario che vi è nell’America e nella civiltà occidentale in generale simboleggiata dal genocidio dei pellerossa.
il mito positivo del West si afferma propriamente con la trilogia di Jonn Ford girata fra il 1948 e il 1950:
"l MASSACRO DI FORT APACHE," Sono presenti elementi essenziali : la vita che conducono i militari al forte, l' amore semplice , grande e scontato che fiorisce fra i giovani protagonisti, gli scontri con gli indiani.
I CAVALIERI DEL NORD_OVEST,". La cavalleria degli USA è in qualche modo la vera protagonista: i soldati i sottoufficiali e ufficiali formano tutti una grande famiglia, tutti pronti a aiutarsi reciprocamente, a combattere con valore. coraggio e generosità.
" RIO BRAVO" chiude la trilogia militare: il soggetto è ancora la cavalleria con le sue sfilate, la sua vita al forte, le sue cavalcate, le sue cariche irresistibili. La musica e diverse belle canzoni vi hanno un posto importante.
Alla fine degli anni 60 il mito si rovescia.
Come tre film in un breve tempo avevano creato il mito del valoroso soldato americano altri tre film, quasi contemporanei creano il mito contrario del soldato americano crudele, feroce stupido, di fronte al quale si ergono invece gli indiani, perseguitati dall'avidità dei bianchi ma nobili, generosi, in pace con la natura. Nasce quindi un altro mitoI tre film furono girati nello stesso anno: il 1970,
"SOLDATO BLU ",.
Il film è una specie di violento manifesto contro la politica americana e chiaramente allude anche alla contemporanea e impopolare guerra del Vietnam , Gli indiani sono presentati nella veste dei perseguitati, dei " buoni" , i bianchi appaiono, avidi, crudeli, folli. Se qualche bianco cerca di fermarli viene trattato ferocemente come un indiano. Manca l'analisi psicologica e storica: le tragiche vicende appaiono incomprensibili, semplicisticamente dovute alla inutili crudeltà dei bianchi.
"L'UOMO CHIAMATO CAVALLO":
il film si caratterizza per la fedele ricostruzione etnologica della vita tribale dei Sioux il mondo dei bianchi non è condannato, quanto piuttosto assente. Presenta la vita degli indiani al di là del mito della divisione fra buoni e cattivi secondo che siano amici o nemici dei bianchi. Non idealizza la loro vita che anzi viene mostrata nella sua durezza e spietatezza, ma sono presentate pur sempre in luce positiva. L'impressione generale parve quella di una esaltazione della vita naturale degli indiani che capovolgeva il ruolo che essi avevano sempre rivestito nel mito del West.
" PICCOLO GRANDE UOMO "(con Dustin Hoffman)
In esso propriamente il mondo dei bianchi non è presentato ( come in Soldato blu) come il male contrapposto al buono indiano, ma tutta la leggenda del West viene dissacrata, elemento dopo elemento, in una serie di episodi che ricalcano le situazioni tipiche del genere Western. Ci pare quindi il sarcasmo l'elemento fondamentale. La santità della famiglia dei pionieri con i grandi ed eterni amori è messa in ridicolo dalla figura della moglie del reverendo tutta altra che morigerata, le donne rapite dagli indiani magari si trovano bene nella nuova situazione, i pistoleri sono ridicoli manichini, i soldati balordi e incapaci.
Nel film per la regia di Liberatore,( Italia, 1974) viene rivisitata la vicenda famosa del Bounty: si narra la vicenda del gruppo di ammutinati e di polinesiani nell’isola di Pticairn. I britannici sono presentati come avidi, infidi, prepotenti, i sopraffattori, infelici, insomma il “ male” perchè mossi da una ideologia tendente accumulazione dei beni matrice di quella borghese capitalistica : i polinesiani invece sono liberi, in armonia della natura sinceri e felici perché non concepiscono la accumulazione dei beni. La tesi è chiara. È l’avidità del capitalismo la fonte di tutti il male che c’ è nel mondo.
La teoria della falsificazione fu enunciata da Popper: nelle linee fondamentali è accettata dalla epistemologia contemporanea. Si afferma che una teoria è considerata scientifica quando è possibile che in una esperienza si dimostri che sia falsa.
Ad esempio il principio di Archimede è scientifico non perchè sia stato confermata in un numero altissimo di volte ma perchè potrebbe essere smentito da un altro evento (come è avvenuto ad esempio quando si è considerato lo spazio lontano dalla terra). Ma la teoria che un corpo affonda se Dio (un angelo un demone) vuole che affondi può essere sempre considerata valida : in ogni caso spiegheremmo infatti l’accaduto con la volontà di Dio e la nostra spiegazione confermerà sempre la teoria. Non è possibile invece trovare una esperienza nella quale la spiegazione risulti falsa: è proprio per questo la teoria non è scientifica.
Discorso analogo si può fare anche per le vicende politiche e storiche anche se con molti adattamenti.
L’anti americanesimo è una teoria che trova sempre conferme perchè è congegnata in modo che non può trovare smentite. Si parte dalla malvagità americana si trova sempre nelle vicende qualcosa di malvagio fatto dagli americani: ci si ferma a questo punto (senza ulteriore analisi) e quindi si riconferma la teoria: la apparente efficacia e chiarezza di una tale spiegazione esercita un altissima forza di convinzione perchè sembra possedere un altissimo grado di certezza e di evidenza.