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Giovanni De Sio Cesari
FRA REALTA' E LEGGENDA
PARTE PRIMA
AL DI LA DELLA LEGGENDA
Indice Generale
Premessa Ambiente Gli indiani I bianchi Lo scontro L'esercito Le guerre indiane Episodi celebri Genocidio Invasione dei visi pallidi Precedenti storici Conclusioni
In questo lavoro non ci ripromettiamo di narrare analiticamente le vicende avvenute nel "West " americano ma di tracciare un quadro generale,una cornice che dia una interpretazione storica di fatti che in verità sono molto conosciuti dal grande pubblico ma solo attraverso una narrazione ampiamente romanzata ma su cui vi sono poche e soprattutto poco conosciute opere a carattere propriamente storico-scientifico
Infatti la colonizzazione del vastissimo territorio fra l’Atlantico e il Pacifico degli Stati Uniti e in particolare le “guerre indiane” hanno un posto nell’immaginario collettivo, un valore e un significato che vanno ben al di la del fatto storico ed hanno assunto un significato emblematico che forse può essere paragonato a quello che nel medio evo furono le leggende del paladino Orlando o nella antichità la guerra di Troia. La ”conquista del West” come si dice universalmente, assume nel bene e nel male spesso il paradigma della nascita non solo degli Stati Uniti ma di tutta la civiltà borghese,capitalista, moderna, liberista in qualunque modo si preferisce definirla. Nacque prima quindi una " leggenda del West" che vedeva nei coloni i paladini del bene ( del progresso, del lavoro, della libertà , della democrazia ) e poi una leggenda negativa che vedeva in essi invece gli agenti del “male” (dell’avidità sfrenata , dell’aggressione immotivata, del massacro, anche dell’inquinamento ecologico)
In questo lavoro noi cercheremo di tracciare un quadro generale che vada al di la della leggenda, spiegare l'insieme degli eventi nella loro genesi e nel loro concatenarsi e lasciando ad altri i giudizi di valore.
Nella Parte Prima delineeremo il West al di la della leggenda , cercando di dare un quadro storico-scientifico e affrontando anche vari problemi di interpretazione di tutto il processo( genocidio, diritto di guerra, trattati ecc. )
Mella Parte Seconda esaminiamo il West da un angolo visuale diverso: quello degli indiani avendo cura però di non soprapporre ad essi le prospettive e le interpretazioni della nostra civiltà come spesso inavvertitamente avviene.
Nella parte terza esaminiamo invece ila leggenda del west come essa ci è stata proposta dai mass media innazitutto da cinema e fumett degli indiani fra la fine dell800 e gli inizi del 900i
Nell'Appendice pubblichiamo una serie di foto originali di indiani fra la fine dell'800 e gli inizi el 900 per mostrare anche visivamente in modo reale un mondo che ci è noto attraverso le trasfigurazioni cinematografiche.
PARTE PRIMA
Ambiente Gli indiani I bianchi Lo scontro L'esercito Le guerre indiane Episodi celebri Genocidio Invasione dei visi pallidi Precedenti storici Conclusioni
L'AMBIENTE
Il concetto di West è molto vago sia dal punto di vista dello del tempo che dello spazio. Per quanto riguarda lo spazio in realtà tutta la colonizzazione del nord America fu una ininterrotta marcia verso l’Occidente, dallo sbarco dei primi coloni fino all’arrivo al Pacifico. Tuttavia nel senso ristretto che usiamo in questo lavoro con il termine West si indicano gli sterminati spazi intermedi fra i territori originari degli Stati Uniti e l’Oceano Pacifico. Più specificatamente si trattava dei territori della Luisiana e di quelli gia appartenenti al Messico. La Luisiana francese nel '700 non comprendeva solo l’attuale territorio dello stato della Luisiana ma si estendeva a tutto il bacino del Missisipi, un territorio vastissimo e mal definito. Nel 1804 Napoleone decise di cederlo agli USA in cambio di una somma di danaro di cui aveva grande bisogno e ben consapevole della impossibilità di difenderlo, essendo in quel tempo impegnato nelle difficili guerre europee. Comunque egli fu buon profeta dichiarando che con questo atto gli Usa sarebbero diventati, dopo un secolo, una potenza mondiale ma che ovviamente non poteva regolare la sua politica su avvenimenti tanto lontani.
In seguito entrò nella confederazione anche una vastissima zona già appartenente al Messico. In realtà, il Messico colonia spagnola, aveva il suo centro ben lontano ma nel 700 la Spagna aveva proclamato la sua sovranità su un vastissimo territorio attualmente facente parte degli Usa essendosi stabiliti in essi piccoli nuclei di abitanti di lingua spagnola. Nel 1821 il Messico divenne indipendente ma nel 1836 in uno di questi territori, il Texas scoppiò una rivolta degli immigrati di origine inglesi che erano superiori per numero a quelli di lingua spagnola: i Messicani ,guidata dal generale Santana tentarono di riprendere il controllo (assedio di El Alamo, pagina fondamentale nell’immaginario americano ) ma furono respinti e il Texas divenne indipendente Quando poi il Texas confluì negli USA nel 1848 ,scoppio una guerra con il Messico nella quale gli USA occuparono vastissimi territori come Nevada Arizona , Nuovo Messico e soprattutto la California (patria del leggendario Zorro) tutti territori che tuttora conservano toponimi spagnoli. Tutte queste terre insieme a qualche altro sul nord sulla costa del pacifico costituirono il West .
Per quanto riguarda i limiti temporali essi possono essere molto ampi ma noi ci riferiamo essenzialmente al tempo intorno alla guerra civile americana , diciamo dal 1850 al 1890 e soprattutto dopo la fine della guerra stessa con lo sviluppo impetuoso delle ferrovie, del telegrafo, dei battelli a vapore e di tutte le altre invenzioni che resero possibile superare le immense distanze del West .
Ai coloni che avanzavano i territori del West potevano apparire vuoti secondo gli standard della civiltà contadina e moderna ma in effetti essi erano abitati, anche intensamente secondo gli standard di una cultura primitiva.
I NATIVI Attualmente si preferisce il termine di "native" che è anche il termine ufficiale. Erano indicati collettivamente come “indians” o “ redskins” ( pellerossa). Non si trattava di un popolo omogeneo ma di gruppi di popolazioni molto varie : erano frammentati in piccoli gruppi (villaggi) che riconoscevano legami di sangue con altri gruppi formando “ tribu” che a loro volta con legami più vaghi formavano “nazioni” . Le lingue erano moltissime e ciascuna di esse poi si divideva in infiniti dialetti: mancando un centro politico mancavano anche lingue unificanti. I nomi di popoli indiani che ci sono noti , come Apache o Sioux non indicavano propriamente dei popoli ma semplicemente agglomerati più o meno temporanei in vista di qualche esigenza. Le tribù erano in una situazione di guerra continua fra di loro, lotte che non cessarono nemmeno con l’urto e l’arrivo dei bianchi i quali poterono quindi in ogni conflitto giovarsi di indiani di tribù nemiche di quelle contro le quali combattevano
BASE ECONOMICA è l’elemento fondamentale per comprendere il mondo indiano: da essa derivano anche tante caratteristiche che sembrarono originali e peculiari di quel popolo ma che in realtà sono comuni in genere ai popoli che hanno una simile economia.
In alcune zone dell’ America pre-colombiana (Messico e Peru) erano sorte grandi civiltà agricole ma i pellerossa erano ancora a uno stadio primordiale di cacciatori e raccoglitori. Non praticavano l’agricoltura tranne che una qualche orticultura di sussistenza e in moltissimi casi la caccia al bisonte era la fonte quasi unica di sostentamento. Si calcola che per ogni individuo occorrano 4 chilometri quadrati di territori e che il numero ottimale di ogni comunità sia intorno alle 40-50 unita e questo spiega come essi avessero bisogno di un territorio che agli occhi dei bianchi appariva sconfinato e disabitato .
La base economica non permetteva la presenza di stratificazioni sociali che nascono da una continuità civile sconosciuta. Nemmeno si poteva parlare di differenze economiche : non c’era terra nè altra ricchezza da possedere: era ignoto ogni mezzo di scambio (metalli preziosi: le uniche ricchezze potavano essere i prodotti della raccolta e della caccia e qualche semplice utensile, tutte cose che potevano essere trasportate facilmente e che certo non potevano poi essere tesaurizzate. D’altra parte il gruppo in continua quotidiana lotta per la sopravvivenza era molto solidale. Tutto il cibo che veniva procurato era diviso fra tutti: il miglior cacciatore aveva più prestigio non più cibo.
ORGANIZZAZIONE POLITICA non vi erano poteri centrali unificanti ma ogni gruppo vivevamo liberamente e autonomamente: sono le civiltà agricole a permettere la formazione di stati .Occasionalmente, se era presente un capo carismatico ( Sachem) potevano riunirsi in gruppi abbastanza numerosi ma per breve tempo: la loro base economica non permetteva un agglomerato troppo ampio.
Benchè il territorio fosse vastissimo e in genere anche ricco tuttavia lo stile di vita esigeva spazi molto ampi e ciò comportava una competizione continua che sfociava necessariamente nella guerra.
RELIGIONI comune era credenza in un “grande spirito ( manitu, auanka tantra), Dio supremo ordinatore e creatore. Essi poi credevano a un gran numero di spiriti che risiedevano nei boschi, nei fiumi nel cielo (analogamente alle credenze greche) e alla presenza degli spiriti degli antenati ai quali era riservato un culto importante (come i Lari e i Penati dei Romani o le tavolette degli antenati dei Cinesi). Grande importanza avevano poi i sogni considerati comunicazioni degli spiriti (come avviene nei popoli primitivi e non solo ). Usavano complesse pratiche religiose e magiche e suggestive cerimonie religiose. Ignoti però erano i sacrifici agli dei, molto importanti invece nelle civiltà pre colombiane.
In particolari due usi indiani li resero particolarmente invisi ai bianchi : la scorreria e l’adozione dei bambini.
LE SCORRERIE Per gli indiani era perfettamente lecito, anzi meritorio operare delle scorrerie presso le altre tribù per procurasi dei beni. I giovani per acquistare prestigio, per farsi belli agli occhi delle ragazze, facevano l’ardita impresa di assalire o rubare presso gli altri gruppi. Questo fatto entrava nella logica e nello spirito di quei bellicosi guerrieri e ciascuna tribù ricambiava allo stesso modo. Effettivamente gli indiani potevano assalire diligenze e fattorie semplicemente per predare secondo i loro usi tradizionali dato che poi i bianchi possedevano una quantità di oggetti che essi non erano in grado di produrre e apparivano quindi ricchissimi. Ma se per gli indiani erano imprese gloriose, per i bianchi era tutta altra cosa: gli indiani erano considerati ladri , rapinatori, assassini , criminali comuni: insomma non soldati secondo la concezione europea. Per questo essi invocavano l’intervento dell’esercito come per reprimere dei crimini più che combattere un nemico.
ADOZIONI DI BAMBINI Ancora più tragiche conseguenze ebbe ì’uso indiano di adottare bambini superstiti. Essi non rapivano bambini ma nelle continue guerriglie avveniva che restassero, dopo lo scontro, dei bambini orfani. In questo caso gli indiani adottavano ed allevavano tali bambini come propri. Non era una malvagia usanza, anzi: un bambino senza famiglia sarebbe morto: se adottato invece poteva avere una vita come tutti gli altri. Alla fine questa usanza può essere considerata molto umana oltre a venire incontro alla esigenze proprie delle culture primitive di accrescere il numero dei propri membri. Ma da un punto di vista dei bianchi si trattava di un rapimento di bambini, uno dei crimini più nefandi che si possa concepire. Se poi si trattava di una bambina questa veniva data in sposa molto presto, secondo l’uso tribale, ma per i bianchi questa era ancora più terribile: era una violenza sessuale perpetrata contro una ragazzina, era la inaccettabile nascita di un figlio “bastardo”
L’odio dei bianchi era spesso proprio dovuto alle scorrerie e al rapimento dei bambini che per le mentalità indiana non erano colpe ma che apparivano invece ai bianchi crimini propri “selvaggi” per i quali non poteva esserci comprensione.
INFLUENZA DEI BIANCHI Non va trascurato il fatto che gli indiani avevano ormai da molto tempo rapporti i più o meno diretti con i bianchi e quindi, pur trattandosi di una cultura primitiva, tuttavia l'influenza dei bianchi nel periodo che stiamo considerando era già stata fortissima. L'elemento più importante portato dai bianchi era il cavallo che era diventata la base stessa della vita indiana, come noi la conosciamo ma la cui introduzione era avvenuta da pochi decenni. Con i cavalli infatti la vita indiana era profondamente cambiata: gli indiani assunsero una mobilità prima nemmeno concepibile. Erano inoltre in grado di riunirsi anche in in gran numero per esigenze di guerra. Il cavallo era diventato il bene più prezioso.
Erano state introdotte le armi a fuoco che più o meno riuscivano a procurarsi affiancandoli alle armi tradizionali. Non va dimenticato poi che non pochi indiani lasciavano la vita tribali per unirsi ai bianchi, si arruolavano nell'esercito, alcune donne potevano sposare dei bianchi.
Con i bianchi arrivò anche pero l'alcool che ebbe effetti disastrosi su di essi. E' ciò che avviene per le droghe: esse non provocano danni nella cultura di origine ma sono micidiali per noi europei: analogamente l'alcool che per noi in genere non è troppo grave diventa devastante in culture come quella indiana non abituate a esso.
IL MONDO DEI BIANCHI all’inizio della colonizzazione per molti aspetti poteva anche assomigliare a quello degli indiani perché veniva a trovarsi in condizioni ambientali simili.
Infatti all’inizio gli indiani non si resero conto a fondo della differenza: ma si trattava di un mondo assolutamente diverso, incomprensibile per gli indiani i quali considerarono sempre i bianchi come dei folli. Sfuggiva alla loro comprensione certi principi fondamentali per noi ovvi e naturali in quanto eredi di una civiltà agricola, ormai antica di millenni. Non comprendevano come la terra potesse essere divisa e l’importanza di piccole porzioni di terra recintata, non comprendevano soprattutto l’etica del lavoro, l’esistenza della ricchezza e di dislivelli economici, il folle desiderio di certi metalli (l’oro) dei quali essi non comprendevano l’utilità.
CHI ERANO i “ bianchi” i “ visi pallidi " come talvolta erano definiti per il colore chiaro della pelle? Si trattava di categorie molto diverse. I primi che si erano spinti nel West erano semplicemente cacciatori e commercianti e in piccolo numero. In fondo si assimilavano in qualche modo agli indiani. Ad essi seguirono però ondate massicce. Si trattava di coltivatori: nel West c’era terra fertile in abbondanza, praticamente ciascuno ne poteva prendere tutta quella che riusciva a coltivare. Era il sogno di ogni contadino. Si raggruppavano quindi in carovane più o meno grandi, affrontavano il lungo viaggio pieno di pericoli dei quali l’attacco degli indiani non era il più grave: era molto più facile morire in incidente o di malattia che uccisi dai pellerossa. A volte si trattava di dissidenti religiosi che cercavano una terra libera dove fondare proprie comunità autonome ( i famosi Mormoni, ad esempio) o, dopo il 1865, di molti sudisti rovinati dalla Guerra di Secessione. Ai contadini si aggiungevano gli allevatori. In questo caso però le mandrie appartenevano a un proprietario alle dipendenze dei quali lavorano i leggendari cow-boy: tuttavia i padroni non erano di un ceto diverso ( come in Europa) ma erano essi stessi dei cow-boy, dei “self made man”
A queste categorie però si aggiungevano molti che cercavano una ricchezza più facile: avventurieri, criminali comuni, giocatori di azzardo, cercatori d’oro, semplicemente degli insofferenti dell'ordine della civiltà.
ORGANIZZAZIONE DI VITA . Si era stabilito che i territori man mano colonizzati sarebbero stati amministrati dal centro fino a che sarebbero divenuti stati autonomi quando avrebbero raggiunto un minimo di popolazione e di organizzazione.
In pratica però, essendo Il poter centrale molto lontano, le comunità dei bianchi si governavano autonomamente: proprio questa situazione particolare è il motivo fondamentale del sorgere del mito del West cioè della idea che ogni comunità potesse realmente governarsi, autonomamente, in quasi completa libertà. In sostanza non era possibile rivolgersi alle autorità che non esistevano: ciascuno doveva quindi difendersi per conto proprio: tutti erano armati e pronti a estrarre in un attimo la leggendaria colt. Ovviamente la violenza era generale, i criminali si distinguevano appena dagli onesti . I linciaggi e le impiccagioni di colpevoli veri o presunti senza processo erano fatti ordinari. Quando si costituiva un villaggio allora i cittadini stessi eleggevano uno "sceriffo" in grado di rappresentare sommariamente la legge e dare una veste di legalità . Ma i leggendari sceriffi erano spesso semplicemente dei delinquenti che ritenevano più utile essere dalla parte della giustizia e comunque si trattava di persone violente e sanguinarie: si poteva essere rappresentante della legge in una zona e ricercato dalla legge in un altra. Lo sceriffo poi, quando ne ravvisava la opportunità chiamava i cittadini che diventavano "agenti di polizia" per il breve periodo richiesto . C'erano processi sommari con giudici più o meno improvvisati ed eletti dai cittadini stessi con giurie composti anche essi da cittadini In realtà la vera legge era "quella della colt".
L'esercito era l'unica espressione di un potere centrale e non espressione delle comunità locali. Talvolta però anche l'esercito, in effetti, veniva formato da volontari cioè da cittadini con compiti specifici, in genere punire gli indiani di qualche scorrerie.
Le persone erano rozze e ignoranti , mancavano scuole o altri istituzioni culturali: difficile pensare che i cow-boys fossero cortesi e civili come difficilmente le signore potevano sfoggiare begli abiti come si vede solo nei film.
La percentuale di donne era molto bassa naturalmente: molto fiorente era quindi la prostituzione ( ragazze dei saloon) e per avere mogli "oneste" si cercarono donne all'est disposte a trasferirsi organizzando delle vere proprie carovane allo scopo.
Si trattava di un mondo anarchico (o libero, se si preferisce ) in qualche modo simile alla anarchica libertà in cui vivevano le tribù indiane. Ma i bianchi erano pur sempre eredi e partecipi di una civiltà altamente organizzata e ordinata: si trattava di una situazione eccezionale mentre per gli indiani era uno stato normale di vita. l'unico che concepissero. Man mano infatti che la popolazione aumentava giungeva anche ordine e legalità: l'epopea del West allora tramontava e nasceva nel ricordo la "leggenda" : ma, si sa, il ricordo falsa la realtà.
I rapporto fra i coloni bianchi e gli indiani seguirono uno schema diremmo "classico" in queste situazioni. All’inizio i bianchi erano pochi, dediti alla caccia e al commercio: non venivano percepiti quindi dai pellerossa come un pericolo e potevano avere con essi rapporti più o meno pacifici, intramezzati da scontri sanguinosi. I bianchi rappresentavano cioè come un’altra tribù con la quale, secondo le circostanze, potevano esserci rapporti amichevoli o ostili come avveniva per ogni altra tribù. Man mano però il numero dei bianchi aumentava, arrivavano i coltivatori che recintavano le terre, arrivavano i grandi allevatori che si appropriavano dei pascoli e l’avanzata dei bianchi diventava una valanga incontenibile. A questo punto il mondo degli indiani e quello dei bianchi diventavano inconciliabili. Gli indiani erano anche disposti ad accogliere i bianchi ma si aspettavano che essi vivessero come loro senza pretendere ciò che ad essi pareva assurdo cioe di “possedere” la terra ( la terra era la grande madre che non si poteva dividere) I bianchi parimenti erano disposti ad accettare che gli indiani restassero nei loro territori ma assegnando ad essi dei terreni da coltivare: ma gli indiani non erano agricoltori, non comprendevano proprio questo modo di vivere,era una cosa che andava al di la della loro possibilità. Uno dei due mondi doveva necessariamente soccombere.
Ancora più importante era che per gli indiani,come abbiamo prima notato, era usuale operare scorrerie e furti. Non vi era poi nemmeno una autorità indiana in grado di tenere veramente a freno i gruppi guerrieri e i singoli che potevano sempre di propria iniziativa mettersi sul “sentiero di guerra”. I bianchi vedevano il problema indiano come un problema di sicurezza, di ordine pubblico, gli indiani erano assimilati ai fuorilegge. La stessa immensità delle distanze rendeva insostenibile la presenza di predoni incontrollabili. Non mancarono d’altra parte molte iniziative umanitarie a favore dei nativi e d'altra parte in quegli stessi anni in America si accettavano un numero grandissimo di immigrati. Ma gli indiani erano partecipi di una cultura troppo diversa: non potevano integrarsi. Inevitabilmente allora erano dei nemici pronti ad assalire i bianchi ad ogni occasione propizia. I bianchi non potevano fidarsi e quindi concludevano che “un indiano buono era un indiano morto.”.
Si pensò allora ad assegnare ad essi delle aeree specifiche , le famose “riserve” che esistono tuttora. All’inizio potevano anche essere accettabili ma man mano che la avanzata bianca procedeva, le riserve erano zone sempre più marginali, piccole (relativamente alla visione indiana) e povere. Il governo si impegnava però a distribuire razioni di viveri e altre cose necessarie. Ma già questo era ovviamente una tragedia: i fieri guerrieri e cacciatori erano privati della loro dignità, non vivevano più della loro abilità ma elemosinavano il cibo dal governo. Inoltre agenti del governo disonesti rubavano ampiamente spingendo alla fame e alla disperazione quegli uomini già cosi umiliati. Gli indiani quindi prorompevano in disperate e sanguinose “rivolte” che venivano represse sanguinosamente.
Gli indiani e i bianchi in effetti nel West non erano ne buoni ne cattivi: agivano come non potevano non agire, erano nemici mortali tali che la vita degli uni era la morte degli altri al di la di ogni buona intenzione. E’ cosa triste: ma ogni civiltà procede in questo modo, eliminando quelli che si oppongono ad essa: anche la civiltà moderna procede in questo modo.
Come per le altre culture primitive gli indiani furono o assorbiti nella società bianca o ridotti nelle riserve dove conservano qualche vestigia della loro cultura originaria. Attualmente dei loro discendenti, circa due milioni e mezzo , una parte sono ancora in riserve sopravvivendo un pò con i sussidi statali e un pò con il turismo messo su dal grande mito del West ma hanno condizioni di vita nettamente inferiori a quelle medie degli americani anche se superiori a certi slum presenti nelle grandi metropoli americane. Gli altri si sono più meno pienamente inseriti nella società americana : in gran numero hanno partecipato alla Prima e alla Seconda Guerra Mondiale e in questa si distinsero nel teatro del Pacifico nelle radio- trasmissioni usando la loro lingua tribali del tutto incomprensibile ai Giapponesi. Ad indiani anche si deve molta parte nella costruzione dei grattacieli in quanto si sono specializzati nel difficile lavoro delle intelaiatura in condizione di sospensione nel vuoto. Attualmente abbiamo un vero e proprio revival della cultura indiana con moltissime stazioni radio e televisive e anche giornali in lingua tribali.
Nel West l’esercito aveva grandi problemi.
Gli ufficiali provenivano dalla famosa accademia di West Point. Avevano quindi una certa preparazione culturale generale ma la preparazione specifica miliare era poco appropriata: nell’accademia si studiavano magari le battaglie di Cesare o di Napoleone e si preparavano ufficiali per guidare eserciti moderni impegnati in grandi battaglie campali. Ma la realtà del West era molto diversa: imboscate, inseguimenti, tracce da seguire tutte cose che un uomo venuto da una accademia militare era impreparato ad affrontare. L’imperizia di Custer non fu un eccezione: la maggior parte degli ufficiali si manifestarono del tutto inadeguati ai compiti loro assegnati.
La situazione rappresentata in molti fiction dell’ufficiale incapace ripreso da un subordinato o da una guida in effetti rispecchia la realtà effettiva di comandanti che non conoscevano le situazioni in cui si trovavano ad operare.
Non essendoci la leva obbligatoria, i soldati erano volontari. La paga era miserrima, il vitto povero, la vita estremamente dura. Si trovavano ad operare in luoghi sperduti, lontani da ogni civiltà, in mezzo a mille pericoli. Le guarnigioni erano i “forti” ma non erano i luoghi accoglienti con alloggiamenti, sala da ballo e belle fanciulle in splendidi abiti di certi film . Si trattava invece di qualche baracca, spesso senza nemmeno la classica palizzata in legno, frequentato da gente di ogni risma, da avventurieri, da indiani infidi e l’unica consolazione erano le prostitute che spargevano naturalmente malattie veneree e i liquori, il classico whisky e molti diventavano alcolizzati.
Molti disertavano perchè non sopportavano più quella vita, o perchè trovavano la possibilità o la illusione di un'altra attività più redditizia come ad esempio ricercatore d’oro o biscazziere
In queste condizioni chiaramente erano pochi i “bravi ragazzi” che si arruolavano: facilmente erano invece criminali che così sfuggivano alla giustizia e comunque persone poco raccomandabili. Una alta percentuale era costituita da immigrati che cosi ottenevano la cittadinanza e cominciavano a inserirsi nel paese: questi però non avevano alcuna idea dell’ambiente che li aspettava e spesso avevano solo una conoscenza rudimentale della lingua inglese.
Si aggiunga inoltre che a volte si arruolavano uomini per pochi giorni e per compiti determinati. Ad esempio i massacri più esecrandi perpetrati contro indiani furono effettuato al Bear River a Sand Creek da reparti che erano stati formati arruolando per pochi giorni una masnada di uomini, tutti desiderosi di dare una “lezione ” agli indiani
INDIANI NELL’ESERCITO In tutte le imprese coloniali gli europei trovarono la possibilità di reclutare dei nativi: ad esempio in Abissinia abbiamo gli ascari, in India l’esercito inglese era formato dai indigeni (Sepoys) e solo gli ufficiali erano inglesi
Il West non fa eccezione: l’esercito fu sempre accompagnato da elementi arruolati fa gli indiani stessi . In effetti l’idea di arruolarsi nell’esercito americano era poi una idea che era apprezzata. La divisa dei potenti bianchi dava importanza, si poteva continuare ad fare in qualche modo il guerriero, si evitava la umiliazione della riserva: non era considerata una cosa disonorevole.
In pratica i reparti erano guidati dagli scout: questi erano indiani o meticci o bianchi che avevano comunque una grande familiarità con la vita degli indiani. Costoro però non erano poi tanto affidabili, non si era mai certi della loro lealtà e da che parte stavano e potevano agire per motivi personali di vendetta e quindi dare informazioni false e malevoli
POLIZIA INDIANA dopo che gli indiani furono rinchiusi nelle riserve si istituì anche una polizia composta propri da indiani che era molto solerte ed efficiente in quanto comprendeva la lingua e la mentalità degli indiani. Proprio ad essa si a deve l'uccisione, pare accidentale, di Toro Seduto
Il termine di “ guerre indiane” è in realtà fuorviante: il termine ci suggerisce qualcosa come le guerre di indipendenza italiana o quelle di equilibrio europee del ‘700: in essi si distinguono chiaramente inizi (dichiarazioni di guerra), fine ( pace e/o armistizio), battaglie principali ma nel West non si hanno avvenimenti del genere. Gli indiani non costituivano una società strutturata in entità statuali. Ogni capo poteva avere un certo seguito ma i guerrieri decidevano quasi ognuno per conto suo se seguirlo o meno, nessun autorità poteva fermare il singolo o i piccoli gruppi spontanei. Non c’era quindi una vera entità che avesse il potere di iniziare o terminare una guerra.
Soprattutto non c’erano battaglie ma inseguimenti, imboscate, un nemico che non si sapeva bene quale fosse e comunque imprendibile, territori immensi e spopolati, scontri sanguinosi e massacri. Le battaglie infatti presuppongono che le parti in lotta siano in grado di raccogliere tutte o la maggior parte delle loro forze belliche per affrontarsi e in un solo momento decidere delle sorti della guerra. Nella storia ricordiamo tante grandi battaglie alcune delle quali hanno deciso l’andamento della storia, Salamina, Zama, Lepanto, Waterlo per citarne qualcuna a caso. Ma gli indiani non erano in grado di raccogliere proprie forze consistenti , era proprio fuori del loro orizzonte spirituale e delle loro possibilità materiale nè tanto meno potevano affrontare l’esercito americano come avrebbe fatto una nazione europea.
Non possiamo nemmeno parlare di guerriglia . Essa presuppone pur sempre una autorità centrale in grado di organizzarla , guidarla, iniziarla e concluderla.
I compiti dell’esercito nel West sono più che altro configurabili come compiti di polizia e l’esperienza dimostra come l’esercito trova difficoltà quando deve svolgere compiti del genere: è organizzato per affrontare un nemico che è di fronte , chiaro e forte. Nel compiti di polizia invece non si sa mai bene quale sia il nemico, chi deve essere colpito e chi no, e allora l’esercito tende a generalizzare, a fare un uso sproporzionato della forza e quindi a provocare vittime innocenti e stragi ingiustificate: ed è proprio quello che accadde nel West .
Si noti che non si ha notizia di nessun caposaldo (forte) e di nessun centro abitato distrutto dagli indiani. Anche le stragi poi perpetrate dall’esercito furono certamente terribili e inaccettabili ma in effetti si tratta solo di pochissimi episodi
Consideriamo inoltre il numero dei caduti: Si ritiene che i soldati caduti in circa trenta anni siano stati intorno a mille uomini ( un quarto dei quali a Little big Horn) e tre mila i civili uccisi dagli indiani : si calcola che gli indiani uccisi, compresi i civili massacrati raggiungano forse le diecimila persone. Per fare un confronto nella contemporanea guerra di Secessione ci furono oltre duecentomila morti in 4 anni di scontri sanguinosi. Anche al punto di vista del numero si vede quindi che parlare di “guerre indiane” è ed improprio, eccessivo
Un cenno a parte merita la tattica del cerchio che si vede in tutti i film western La tattica di correre intono ( il cerchio) fu effettivamente adottata agli indiani. In effetti era molto difficile colpire un bersaglio in movimento irregolare e questo rendeva scarsamente efficace la maggiore potenza di fuoco dei bianchi, e pochi guerrieri venivano effettivamente colpiti. Prima dell’invenzione delle armi automatiche poi essi cosi facevano sparare a vuoto i fucili avversari e quindi potevano in seguito piombare loro addosso e combatterli all’arma bianca: un ottima tecnica di guerra. Nei film invece si vede a ogni colpo cadere un guerriero: un vero suicidio collettivo
Anche se non possiamo parlare di vere e proprie battaglie tuttavia alla storia e soprattutto alla leggenda sono passati alcuni episodi che al tempo ebbero grande eco soprattutto ad opera della nascente stampa e poi sono state ricordate e variamente raccontate e immortalati da tanti film. Ricordiamo di seguito i fatti più noti
RIVOLTA DEI SANTEE 1862 Puo considerasi l'episodio più sanguinoso I Santee erano una tribù che aveva accettata la pace con i bianchi. Tuttavia, esasperati per la mancanza di rifornimenti dovuta alla disonestà degli agenti governativi proruppero in una imprevista e sanguinosa rivolta: attaccarono tutti i bianchi che trovarono sul loro cammino e uccisero in un solo giorno quasi 400 persone. Attaccarono poi il forte della zona ma furono respinti con gravi perdite. assalirono quindi un villaggio ma anche qui sia pure a stento furono respinti. Nel frattempo arrivarono rinforzi e l'esercito contrattaccò. Gli indiani non fuggirono, cercarono di affrontare coraggiosamente i soldati ma furono sanguinosamente sconfitti. Cercarono allora la fuga ma 300 di essi furono catturati e condannati a morte per assassinio: per intervento di Lincoln , allora presidente, che esaminò personalmente tutti gli incartamenti furono impiccati solo 38 uomini di cui si era potuto provare la diretta, personale responsabilità nella strage.
MASSACRO DI BEAR RIVER ( fiume degli orsi) 1863
In risposta ad alcune scorrerie un reparto di circa 200 “ volontari” inquadrati militarmente il 29 gennaio 1863 all’alba assali un campo di Shoshoni con circa 450 persone. In un primo attacco frontale ebbero 24 caduti: allora circondarono il campo e sparano indiscriminatamente . Gli indiani finirono presto le munizioni e allora i soldati abbatterono a revolverate tutti quelli che trovarono compreso donne e bambini. Si abbandonarono quindi a ogni eccesso violentarono donne, infierirono sui cadaveri , bruciarono e saccheggiarono ogni cosa. Può essere considerato l’episodio più grave anche se non molto noto ( come anche l'episodio precedente) probabilmente perchè allora l’opinione pubblica era presa dai più gravi e sanguinosi avvenimenti della guerra civile.
STRAGE di FETTERMAN 1866
Un gruppo di 81 soldati fu attirato fuori da Fort Phil Kearny in una imboscata e furono tutti uccisi prima che un altro reparto riuscisse a soccorrerli. La colpa del massacro fu dovuta al capitano Fetterman che contravvenne agli ordini di non uscir dal forte.
BATTAGLIA DEI CASSONI ( o dei carri) 1967
E' un pò la continuazione della precedente . Nelle vicinanze del forte poche decine di soldati riparati dietro i carri con molti fucili e molte munizioni a disposizioni tennero a bada un numero soverchianti di indiani fino a che non arrivarono rinforzi dal forte. Caddero 4 soldati ma gli indiani uccisi furono forse un centinaio
SAND CREEK 1868
Ci furono degli attacchi isolati a fattorie e carri e a un treno. Allora un reparto dell’esercito, ma formato tutti da volontari irregolari, gente della peggiore risma attaccarono un villaggio composto da indiani che non avevano nessun responsabilità, avevano accettato la pace e quindi erano assolutamente senza sospetto. Nel campo sul quale sventolava addirittura la bandiera americana, vi erano circa 120 fra vecchi donne e bambini e circa una trentina di guerrieri mentre gli altri erano lontani per la caccia: nell’attacco furono trucidati, spesso in modo orrendo ,circa 150 indiani e caddero 7 soldati.
WASHITA 1868
In risposta ad attacchi vari, Custer guidò un attacco al campo di Pentola Nera che portò all’eccidio di circa 120 indiani, in massima parte donne e bambini.
LITTLE BIGHORN 1986
E' l'episodio più celebre e anche il più sanguinoso per i soldati. Dopo un primo scontro al Rosebud nel quale gli indiani avevano tenuto testa ai soldati, Custer fu inviato a inseguire gli indiani. Custer troppo sicuro di se , ansioso di avere un successo personale agì con imprudenza e imperizia: divise le sue forze e poi con un reparto di circa 250 uomini attaccò un vasto campo indiano. Gli indiani contrattaccarono in massa e il reparto fu annientato : nessuno dei soldati si salvò : caddero 242 soldati e un numero inferiore, ma imprecisato ,di indiani
WOUNDED KNEE 1890
Fu l’ultimo tragico episodio. In seguito ai fermenti legati dalla "danza degli spettri" molti indiani si allontanarono alle riserve. Un gruppo di circa 350 persone fu intercettato e i soldati circondarono il campo e pretesero che fossero consegnate tutte le armi. Gli indiani le ammucchiarono in mezzo al campo ma per motivi non chiari un indiano, non volendo consegnare il proprio fucile, forse involontariamente, uccise un ufficiale. Allora tutti i soldati si misero a sparare in modo indiscriminato uccidendo anche donne e bambini. Alla fine si contarono 25 caduti tra i soldati e 150 indiani. In seguito però molti altri indiani morirono per le ferite e le cure non tempestive.
Dopo questo eccidio non si ebbero altri episodi di rilievo. In tempi recenti fu eretto un monumento a ricordo della strage.
L'elenco non è esaustivo ma richiama gli episodi più sanguinosi: molti altri si ebbero ma tutti di entità inferiore. Come si vede al di la delle enfasi e delle celebrazioni pro e contro in effetti si trattò sempre di episodi di entità modesta, niente di paragonabile alle stragi che nella seconda meta dell'800 si verificarono in Asia e in Africa L'episodio più eclatante, quello di Little Bighorn, in effetti fu uno scontro casuale, nemmeno si può parlare , come talvolta si dice, di una "vittoria" indiana: Infatti dopo qualche isolato tentativo gli indiani non attaccarono nemmeno il pur piccolo reparto del maggior Reno che con un pò di buon senso si era attestato a difesa: e perchè avrebbero dovuto farlo.? Se i giovani guerrieri si entusiasmarono per la inaspettata vittoria certamente i più saggi capi capirono immediatamente come quella vittoria era loro più nefasta di qualunque sconfitta, che li si infrangevano le residue speranze degli uomini rossi perché i soldati avrebbero voluto punire chi aveva ucciso i loro commilitoni e che non era possibile opporsi a essi. Subito dopo infatti essi di si dispersero. Alcuni guidati da Toro Seduto si rifugiarono in Canada dove chiesero e ottennero un asilo politico, altri fuggirono lontano sempre braccati dall’esercito e soprattutto alle prese con la fame e il freddo , molti poi alla spicciolata, più realisticamente, decisero di tornarono alle riserve. Anche Toro Seduto poi potè rientrare negli USA, fece addirittura parte del circo di Buffalo Bill e mori ucciso in modo quasi accidentale in una riserva.
La distruzione della cultura indiana può considerasi un genocidio ? Ovviamente la risposta dipende da quale significato preciso diamo al termine di “genocidio”: Vediamo che si intende per genocidio secondo la convenzione approvata in ambito ONU:
Art. II.- Con la presente convenzione si intende per genocidio qualsiasi degli atti dopo menzionati perpetrati con l’intenzione della distruzione totale o parziale di un gruppo nazionale, etnico razziale o religioso in quanto tale a) uccisione dei membri del gruppo b)Lesione grave della integrità fisica o mentale dei membri del gruppo c) sottomissione intenzionale del gruppo a condizioni di esistenza che portini alla sua estinzione fisica totale o parziale. d) Mezzi destinati a impedire nascite nel seno del gruppo c) trasferimento forzato da bambini del gruppo a altro gruppo-
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Se guardiamo al puntio"b" e nel senso della soppressione di un cultura possiamo dire che alla meta del’800 nel West fu perpetrato uno dei tanti, tantissimi genocidi della storia nella quale la maggior parte dei popoli è sparita spesso senza quasi lasciar quasi traccia.
Se invece intendiamo genocidio nel senso più comune dl termine come uccisione deliberata e intenzionale di un popolo (punto "a") allora la prospettiva può essere diversa. Innanzi tutto notiamo che in questo secondo significato il genocidio è cosa rara nella storia ma purtroppo è divenuto di attualità proprio nel 900. Il nostro pensiero va subito infatti alla Shoah: in questa caso nessun dubbio: milioni di individui furono sterminati solo e semplicemente perchè appartenenti a un popolo senza nessuna altra motivazione. Si può parlare anche di genocidio nel caso degli Armeni in Turchia dal 1915: i Turchi temendo più o meno a ragione che gli Armeni cristiani avrebbero potuto parteggiare per i Russi, anche essi cristiani ,
decisero di deportali tutti in massa in Siria: la deportazione fini per mancanza di mezzi e di organizzazione con la morte della stragrande maggioranza dei deportati: anche se mancava propriamente una volontà di sopprimere quel popolo,comunque possiamo sicuramente parlare di genocidio. Anche nel caso del massacro dei Tutsi avvenuto purtroppo sotto gli occhi drl mondo e davanti agli osservatori dell’ONU possiamo parlare di genocidio: gli Hutu uccisero tutti i Tutsi che potevano per lo stesso fatto che erano Tutsi senza alcuna altra motivazione Si è parlato di genocidio anche nel caso della Cambogia per gli incredibili massacri operati dai Kmer rossi: ma si trattò di un esperimento sociale folle fallito nella fame e nella repressione sanguinosa senza che possiamo parlare certamente della volontà di distruggere un popolo
Ci poniamo allora il problema se possiamo parlare di genocidio in questo secondo e più ristretto significato per gli indiani del West . Effettivamente possiamo parlare della volontà di non pochi pionieri di distruggere completamente le tribù indiane e ci furono episodi di massacri indiscriminati e immotivati compiuti anche dall’esercito regolare come gli episodi che abbiamo ricordato. Tuttavia si trattò solo di pochi episodi che vengono continuamente ricordati, dovuti innanzi tutto della esasperazione di una situazione, della convinzione che comunque degli indiani non ci si poteva fidare e che alla prima occasione propizia avrebbero assalito e ucciso a tradimento i bianchi. Ma una vera politica di sterminio non fu mai perseguita nè dal governo nè dalla popolazione bianca perchè essa sarebbe stata troppo in contrasto con i principi politici a cui la nascente nazione si ispirava. La prova è che gli indiani in effetto sopravvissero all’invasione bianca Non ci si fa caso a prima vista: ma in effetti la sopravvivenza delle popolazioni amerinde del West costituisce quasi una eccezione nella storia della conquista dell’ America da parte degli europei.
All’arrivo degli spagnoli le popolazioni che costituivano le grandi civiltà agricole del Peru e del Messico si fusero cono i nuovi i conquistatori e in parte sopravvivono tuttora con una certa autonomia ma tutte le altre popolazioni di cultura primitiva (dai Carabi all’Isola del fuoco) sparirono senza lasciare praticamente traccia e nemmeno nessuna leggenda. Perfino nella remota isola di Pasqua tutti gli abitanti sono scomparsi. La deportazioni dei negri dall’Africa ( la tratta degli schiavi) fu proprio dovuto all’estinzione degli indigeni . Solo nelle zone non raggiunte dalla civiltà bianca sopravvivono cultura primitive ma dovunque essa è giunta gli indigeni sono spariti.
Nella stessa America dell’Est, i territori delle tredici colonie originali che diedero vita agli Stati Uniti erano gia abitatati da indiani spariti dalla storia: ci è rimasto solo qualche racconto come quello famosissimo di Pocaontas .
In effetti alla fin del 800 noi assistiamo a una drastica diminuzione del numero degli indiani . Non si deve pero pensare che essi fossero massacrati a centinaia di migliaia dai bianchi. i massacri che pur ci furono riguardarono un numero molto esiguo: si parla solo di "centinaia" di indiani uccisi negli episodi che abbiamo ricordato e sommando poi i gli uccisi in scontri sparsi probabilmente. come abbiamo gia riferito, in trenta anni forse si può arrivare a una cifra di alcune migliaia, 10 mila, al piu 20 o 30 mila ,ma sono cifre che appaiono già esagerate.
Si osserva infine che gli indiani uccisi dai bianchi furono certamente in numero ben minore di quelli che tradizionalmente cadevano nelle infinita endemica ed infinita guerra di tutti contro tutti caratteristica di quella antica cultura.
Il calo demografico fu invece dovuto alle malattie che i bianchi portarono: il vaiolo, il tifo, il morbillo fecero stragi fra gli indiani ammassati nelle riserve in condizioni igieniche precarie. E un fenomeno che si era gia ampiamente manifestato con l'arrivo degli europei in America. Nei millenni precedenti le popolazioni del vecchio continente avevano acquisito una resistenza a certe malattie ma i nativi americani ne erano sprovvisti e quindi per essi divennero micidiali. La drastica diminuzione del numero degli indiani non è dovuta ai massacri di bianchi ma al diffondersi di malattie. Lo stesso era avvenuto anche per le civiltà pre-colombiane: l'impero dei Incas fu distrutto molto più dalle malattie portate dai bianchi che dalle loro armi.
Inoltre si manifestò anche un brusco calo delle nascite, fenomeno pure questo molto comune in popolazioni che di colpo hanno perso la propria cultura tradizionale.
Dobbiamo considerare che attualmente si censiscono piu di due milioni di indiani che diventano quattro milioni e mezzo se si considerano anche i "sangue-misti"che sono circa il triplo del numero degli indiani viventi al momento dell'invasione dei bianchi
In genere si valuta la colonizzazione del West come una invasione straniera seguita da una serie impressionanti di trattati tutti violati da parte dei bianchi. Questa prospettiva può anche essere adottata ma notiamo che essa non fu quella nella quale si posero i colonizzatori e comunque riteniamo che essa non sia tanto autoevidente e vada precisata e analizzata.
Il diritto internazionale riconosce a ogni stato il diritto ad esistere. Tuttavia si intende per Stato una entità riconosciuta a livello internazionale, generalmente formalizzata da trattati a cui segue attualmente in genere anche l’ammissione all’ONU.
Va notato innanzitutto tutto che il diritto internazionale non fa che legalizzare situazioni di fatto esistenti. L’Italia o la Germania esistono e negli attuali confini perchè ciò è stata determinato da una serie di guerre più o meno vicine. Non esiste un popolo che abbia un proprio territorio per diritto naturale o divino ma tutti si sono pacificamente o violentemente spostati nel passato e si spostano nel presente.
In realtà quando diciamo che “da sempre” gli indiani abitavano nel West diciamo una cosa impropria : non conosciamo le vicende avvenute prima dell’arrivo degli europei e comunque le tribù che risiedevano in quei territori alla metà dell’800 li avevano conquistate ad altre tribu distruggendole o scacciandole in tempi relativamente recenti,certamente da un tempo molto più recente dell'arrivo degli europei.
Nel passato i criteri del riconoscimenti degli Stati erano più o meno quelli moderni: tuttavia venivano considerati soggetti di diritto solo quelle entità appartenenti alla propria civiltà. Cosi nel '500 gli stati europei si arrogarono il diritto di conquistare tutte le altre terre: ad esempio il papa dovette ,con il trattato di Tordesillas nel 1494 , spartire il mondo nuovo fra Spagnoli e Portoghesi per evitare una guerra fra paesi cristiani. In base a questo principio tutta l’ America fu conquistata dagli europei. Nell’800 il principio era ancora pienamente valido e giustificava il colonialismo delle potenze europee
Gli Stati Uniti che non cercarono colonie come gli europei , costituivano uno stato i cui confini con il Messico e il Canada e dall’Atlantico al pacifico erano internazionalmente riconosciuti. Per gli Americani il West non era quindi un territorio straniero ma il proprio territorio nel quale essi ritenevano di avere pienamente il diritto di insediarsi, diritto che essi riconoscevano anche a nativi: il problema era la impossibilità di coesistenza fra le due economie e le due culture. Il governo americano e l’opinione pubblica considerarono sempre la questione indiana essenzialmente come un problema di ordine pubblico, come la lotta a bande di fuorilegge. Infatti essi non riconobbero mai loro lo "status" di legittimi combattenti, di prigionieri di guerra , secondo il diritto internazionale, processarono e impiccarono tutti quelli che ritenevano avessero ucciso dei bianchi, parlarono sempre di rivolta e di ribelli. I problemi indiani erano affidati al ministero dgli interni, certamente non a quello degli esteri.
Per gli Americani stabilirsi nel West era legittimo, illegittimo e criminale erano considerati gli attacchi indiani assimilati a omicidi e rapine e quindi da punire severamente.
Anche i “trattati” non erano propriamente trattati ma solo provvedimenti amministrativi che potevano essere mutati secondo le circostanze e a un certo punto, nel 1871, per legge, fu vietato la stipulazione di "trattati"
Naturalmente questo non significa che questo atteggiamento fosse giusto: ma noi in questa sede non valutiamo la giustizia , i valori ma solo i fatti .
Grave è anche l’accusa rivolta agli Americani di non aver rispettato il diritto di guerra uccidendo non solo i guerrieri ( assimilabili ai soldati) ma anche vecchi e donne e bambini ( i civili) Certamente il fatto è vero. Tuttavia va fatta una osservazione . Le leggi di guerre che proprio in quegli anni venivano codificate in Europa come tutte le leggi internazionali valgono sempre in condizione di reciprocità: Infatti furono valide negli scontri fra gli Europei ma non furono mai valide nelle guerre coloniali perchè i popoli extraeuropei non le riconoscevano.
Quando gli inglesi sconfissero Napoleone trattarono con tutti gli onori i prigionieri francesi e Napoleone a Sant’Elena ebbe addirittura una piccola corte. Quando il Madhi a capo dei dervisci entro in Kartum fece uccidere tutti gli inglesi e gli egiziani e loro sostenitori che potè e infilò la testa del generale inglese Gordon su una picca per portarla in giro. Quando dopo 10 anni gli inglesi riconquistarono Kartum uccisero tutti i dervisci che trovarono, disseppellirono il corpo del Madhi (che nel frattempo era morto) e mandarono la sua testa in giro fino al Cairo.
Inoltre le leggi di guerre sono pensate per una guerra fra eserciti schierati con bandiere al vento, tamburi e fanfare in testa. Ma le guerre indiane avevano un andamento del tutto diverso, erano guerre “asimmetriche” e quindi il rispetto di quelle regole diventava impossibile. Le convenzioni di guerre che tuttora sono teoricamente vigenti in realtà sono cadute in disuso dalla Seconda Guerra Mondiale perchè le guerre hanno assunto un andamento asimmetrico e dobbiamo prendere atto, con dolore, che non vengono più rispettate da nessuno
I fatti del West non sono avvenimenti eccezionali ma vanno considerati in una prospettiva storica e sociologica. comune a tanti altri processi storici analoghi
Si è trattato dell’incontro fra una civiltà altamente progredita, antica di millenni e ormai avviata a un grande processo evolutivo in senso industriale e una cultura primitiva di “raccoglitori e cacciatori ” ( secondo il termine generalmente usato in sociologia). L’incontro fra un civiltà progredita e una “ primitiva” è un fatto comune nella storia e il risultato è sempre stato che la cultura primitiva si estingue; i suoi componenti vengono assorbiti e, se possono, si rifugiano in territori marginali dove in qualche modo, molto limitato, perpetuano i caratteri della loro cultura: Il processo si osserva nel lontano passato, nell ‘800, nel mondo moderno.
Ad esempio in periodo protostorico all’arrivo dei mongoloidi i popoli preesistenti si rifugiarono sulle montagne della Cina ,dell’indocina (montagnard) nel nord del Giappone (Ainu) : il Caucaso è abitato a una serie numerosissima di genti che vi trovarono rifugio all’affermarsi delle civiltà del Medio Oriente,
Nel '800 il processo si osserva in Autralia, in Nuova Zelanda, in Sud Africa ( come è noto in popoli neri che attualmente vi abitano vi sono giunti dopo gli europei mentre gli aborigeni sono quasi estinti)
Attualmente lo stesso processo si nota, malgrado gli appelli dell’ONU e di molte organizzazioni umanitarie, nell’Amazzonia e i misura molto più rilevante in Indonesia (gli antichi popoli della Nuova Guinea stanno per estinguersi)
Il dramma degli indiani del West quindi non è affatto un fenomeno particolare ma è un processo comune, purtroppo, nella storia. Va tenuto presente che l’incontro con civiltà altamente evolute è sempre esiziale per una cultura primitiva, comunque e in qualunque modo si agisca: è il confronto stesso che rende insostenibile la sopravvivenza della cultura primitiva. L’unico modo per sopravvivere è quello di isolarsi da qualsiasi contatto: infatti attualmente solo culture che hanno operato in tal senso si sono salvate: ma ormai il progresso rende sempre più impossibile la segregazione.
Se arrivano i cellulari, i tam tam sono destinati a estinguersi: non affermiamo che sia un bene o un male ma sappiamo che avviene, inevitabilmente.
Va anche visto il contesto culturale del tempo. Modernamente prevale l’idea che ogni cultura abbia la sua dignità e validità e viene considerato un delitto imporre la nostra cultura ad altri popoli con la forza. Ma questa non era la prospettiva dell’800. Gli europei erano assolutamente convinti della superiorità della propria civiltà e si sentivano investiti della missione, del “dovere” di portarla e all’occorrenza di imporla con la forza agli altri. E non ci si limitava a culture primitive: il concetto valeva anche per i popoli dalle grandi tradizioni civili come i cinesi, gli indiani, gli arabi. Naturalmente gli Americani non faceva eccezione: essi ritenevano in modo assolutamente certo che i “selvaggi” andassero “civilizzati “ che era non solo legittimo ma meritorio trasformare quei nomadi cacciatori e raccoglitori in buoni contadini stanziali.
Nel ripensare al destino degli indiani del West ci vengono in mente le parole che in quegli stessi anni scriveva il Verga nella presentazione del "ciclo dei vinti "
Il cammino fatale, incessante, spesso faticoso e febbrile che segue l'umanità per raggiungere la conquista del progresso, è grandioso nel suo risultato, visto nell'insieme, da lontano. ............. e quando si conosce dove vada questa immensa corrente dell'attività umana, non si domanda al certo come si va. Solo l'osservatore, travolto anch'esso dalla fiumana, guardandosi attorno, ha il diritto di interessarsi ai deboli che restano per via, ai fiacchi che si lasciano sorpassare dall'onda per finire più presto, ai vinti che levano le braccia disperate, e piegano il capo sotto il piede brutale dei sopravvegnenti, i vincitori d'oggi, affrettati anch'essi, avidi anch'essi d'arrivare, e che saranno sorpassati domani.
(I Malavolglia, introduzione,1881) |
Ecco:i pellerossa furono fra i "vinti" nel senso verghiano del termine .di quel grandioso fenomeno che fu la formazione degli Stati Uniti d'America, la nazione che è divenuta la più ricca, la più potente del mondo, che ha data una patria, prosperità e dignità a immense folle di poveri e di miseri provenienti dell'Europa (e tanti dall'Italia) e da tutto il mondo. I tanti che attraversarono l'oceano non lo fecero certo perchè erano dei rassegnati , ma perchè avevano un sogno: riuscire, scacciare la miseria, dare un avvenire ai propri figli e per questo erano disposti a qualunque pericolo a qualunque sacrificio: è il "sogno americano" il valore americano per eccellenza: riuscire, riuscire a ogni costo. Il West è il segno, l'emblema di questo sogno : per questo esso è stato tanto caro non solo agli americani ma in genere a tutti coloro che hanno il sogno di una vita migliore a qualunque razza e popolo appartengano.
Ma gli indiani non furono gli unici "vinti": tanti bianchi persero la vita sulle insanguinate piste del West, non tanti massacrati dagli indiani ( come abbiamo visti furono pochi) ma dalle malattie, dal disordine generale, dalla violenza dominante, dall'immane fatica di metter a culture terre vergini e portare la civiltà in posti dove essa non vi era mai stata. E ricordiamo pure l'apporto degli operai cinesi delle ferrovie che lavorarono in condizioni inumane. D'altra parte anche i nostri immigrati italiani, quasi tutta la prima generazione fu sacrificata in una vita di duro, immane lavoro
Visti nel loro insieme i risultati del progresso sono veramente grandiosi e ammirevoli: ma quanti sacrifici, quante vittime appaiono appena che si volga lo sguardo un pò piu a fondo nello scorrere della storia.
Ma i bianchi furono vittime che sapevano bene di rischiare sulla via del progresso. Gli indiani invece furono travolti da un mondo che non potevano capire: furono presi dalla disperazione più completa di fronte a una situazione che non riuscivano a comprendere, si sentirono alla mercè di un mondo di bianchi che appariva come un mondo di folli conto i quali nulla essi potevano.
Con ciò non vogliamo giustificare ciò che fecero le autorità e i coloni nel West: altro è comprendere, altro è approvare. Nel West ci furono persone che si adoperarono sinceramente a favore degli indiani, mossi da motivazioni civili,etiche e religiose ( i quaccheri, ad esempio). Ci furono anche i "giusti " ma ci furono massacri ingiustificati ed inutili, soprattutto disonestà di molti che si arricchirono sulla fame di quei miseri pellerossa che conoscevano bene le insidie della prateria ma non quelle ben più complicate della civiltà: essi non erano in grado di usare "mezzi legali" per far valere i propri diritti e prorompevano in sanguinose ed inutili rivolte che peggiorarono drammaticamente ancora di più la loro situazione.
Nelle società civili si difendono i propri diritti con mezzi legali: l'uso della forza non è tollerato e chi ne fa uso passa automaticamente dalla parte del torto.
Gli indiani non potevano capire che l'uso della forza era controproducente, che uccidere qualche centinaio di soldati, come avvenne in qualche occasione, non era una vittoria ma provocava la fine del loro mondo. Soprattutto essi non si resero conto che essi non costituivano più delle nazioni indipendenti (e la stipula di "trattati" improvvidamente alimentò questa illusione ) ma facevano parte di uno stato alle cui leggi erano tenuti ad attenersi come tutti gli altri cittadini: probabilmente questo fraintendimento pose la base della tragedia