IN SICILIA
Un mese dopo venne l’ordine di imbarcarsi per la Sicilia.
Il 9 e 10 luglio 1943 l’armata alleata Anglo Americana lancio` una delle piu grandi operazioni di guerra per l’invasione dell’Isola. Pietro ricorda come piu' volte le navi alleate cercarono di sbarcare. l’esercito italo germanico combatteva ferocemente per bloccare e respingere gli alleati. Dopo trentasei giorni di continuo assedio gli americani sbarcarono in Sicilia. Fu il primo suolo Italiano che cadde in mano alle Forze Alleati. Quando si trovo’ al suolo italiano Pietro provo` sentimenti inesprimibili. Era in Italia ma non si sentiva a casa. Il suo pensiero volo` a Francesca la sua Francesca dalla quale non aveva avuto piu' contatto dal 1940. Pietro aveva saputo che Settefrati era stato occupato dai Tedeschi e gran parte della popolazione si era rifugiata nelle montagne e probabilmente anche Francesca. Sperava che fosse viva, che non l’avesse dimenticato e che l’aspettasse ancora.
In Sicilia a Pietro fu assegnato di guidare il camion dei rifornimenti. Un giorno mentre era in linea per il rancio giornaliero si senti chiamare per nome in dialetto settefratese. Sobbalzo` al richiamo perche' gli sembro` di riconoscere la voce .Si volto` di scatto e si trovo faccia a faccia con un uomo lacero, smunto, dagli abiti a brandelli e con scarpe rotte legate ai piedi con spaghi. Pietro riconobbe il suo vecchio amico d’infanzia, Domenico, in uniforme italiana a brandelli
Pietro visibilmente commosso al ricordo di quell’incontro inaspettato posa e si ferma di parlare mentre gli occhi vagano a quel lontano giorno e si velano di tristezza. Lucia gli riempie la tazzina di caffe` mentre Gianni mette un generoso aiuto di Sambuca. Pietro beve con gusto. La scena si e` svolta senza che nessuno ha proferito parola. Gianni e Lucia in quel caso sapevano esattamente cosa fare per il loro amico. Pietro si riprende e continua: “mi meraviglio` e mi impietosi` a vedere il mio vecchio amico cosi mal ridotto” Gli ando`incontro, e si abracciarono con emozione. L’amico lacero ed emaciato, lui in uniforme pulita stirata, impeccabile e scarpe nuove e lucide.
Il suo primo istinto fu di aiutare il suo caro amico ma sapeva che era proibito dar aiuto e conforto al “nemico”. Ma la forte amicizia e il legame che li univa fin dall’infanzia sorpasso` tutte le regole e le proibizioni di guerra . Pietro di nascosto condusse il vecchio amico in una villa previamente occupata da un ufficiale italiano e abbandonata in fretta quando gli alleati erano sbarcati . Nella villa trovarono vestiti nuovi, scarpe e indumenti. Domenico si rivesti` come “un principe”. Ma Pietro fece di piu` per il suo amico d’infanzia, lo rivesti in uniforme americana e lo raccomando` ai sui superiori che aiutassero il suo caro amico. Domenico fu assunto a lavorare per gli ufficiali americani . Lo avrebbero anche pagato. Domenico in un solo giorno aveva passato da lacero fuggitivo soldato italiano a lavorare per gli alleati.
Intanto in Sicilia arrivavano profughi di guerra e tra loro molto settefratesi. Arrivavano stanchi, affamati, confusi dopo aver vagato per l’Italia per mesi. Pietro aiutava, confortava provvedeva, come meglio poteva i suoi paesani e quanto poteva trovava lavoro per loro con i militari alleati.
DELIA SOCCI SKIDMORE