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PIETRO SOLDATO

Poi successe l’impensabile, una cosa grave, triste, dolorosa come un fulmine a ciel sereno che avrebbe completamente  cambiato la vita di tutto il mondo : il 7 dicembre 1941 i Giapponesi  attaccarono la base navale di Pearl Harbor nelle Hawaii.

L’8  dicembre il Congresso degli  Stati Uniti dichiaro` guerra al Giappone. Subito dopo l’Italia dichiaro` guerra agli Stati Uniti. Se l’attacco a Pearl Harbor fu come un fulmine a ciel sereno la dichiarazione di guerra dell’Italia fu come il rombo di tuono che invariabilmente segue il  lampo. Immediatamente per gli italiani in America cambio` tutto. Abituati a molte forme di  discriminazioni   ora se ne  aggiungeva anche un’altra.

La comunita` italiana  fu sospetta dall’Amministrazione del Presidente Roosevelt di avere una  lealta` discutibile verso  gli USA . Il 19 febbraio 1942 il Presidente firmo` l’Ordine  Esecutivo per gli italiani di lasciare le loro abitazioni :insieme a giapponesi e tedeschi furono internati in campi di concentramento. Furono circa 10.000 mila gli italiani internati. Centinaia di altri  dovettero lasciare le abitazione dove avevano vissuto da anni, furono costretti a portare un lasciapassare  e i loro movimenti e il lavoro furono  limitati. Le navi da pesca furono confiscate per uso in guerra. Anche l’insigne scienziato Enrico Fermi e altri leaders  delle comunita' furono soggetti a limitazioni di movimento.

Paradossalmente altri giovani italiani furono chiamati  a far parte dell'esercito americano. E cosi fu anche per Pietro che nell’ agosto del 1942  fu chiamato ad arruolarsi nell’esercito americano.

Pietro vi ando`, trepidante sicuro che anche lui sarebbe finito negli campi di internamento  o rimpatriato. Invece fu ammesso al servizio militare e un anno dopo a lui e molti altri   fu concessa la cittadinanza americana. Pietro come molti altri italiani richiamati al servizio militare USA, furono messi a dura prova. Gli italiani li chiamavano traditori, gli americani li sospettavano di poca lealta` e li guardavano male . Pietro si tormentava tra la lealta `per la Patria lontana e il dovere verso la terra  che lo ospitava. Il tormento si faceva  piu' acuto al pensiero di dover combattere  in Italia contro gli italiani. Il pensiero lo assillava:  si domandava: e  se mi vengo a trovare  faccia a faccia a combattere contro i miei paesani? Ma non c’erano scelte, ormai erano soldati americani e avrebbero combattuto per l’America contro l’italia. Era loro dovere.   

Il giorno 17 giugno 1943 Pietro e altri soldati s’imbarcarono per Casablanca, arrivando il 25 stesso mese. Con lui altri soldati italiani furono assegnati a fare da  interpreti nei campi di concentramento italiani. Pietro si fa un sorrisetto e dice: cosa potevamo interpretare ? mica “capiscevam” tanto “l’ammerican”.  Ma gli ordini dei superiori si dovevano ubbidire  e cosi lui e gli altri  interpretavano quel che non capivano.

 

DELIA SOCCI SKIDMORE