FRA ITALIA E AMERICA
Puntualita` Italian Style
L’anno scorso feci inziare un lavoro a casa mia a Settefrati. Era importante si facesse subito. Si trattava di rifare la terrazza che era stata danneggiata dal maltempo e dal terremoto di molti anni prima. In fatti era stata “riparata”
due volte prima ma il guasto rimase e l’acqua ancora colava, inumidiva le pareti. I mie amici che passano sei mesi d’estate in Italia e mi aiutano sempre dissero che sarebbe stato meglio lasciare qualcun altro incaricato a tener d’occhio i lavori, qualcuno che viveva nel paese.
Prima di tornare in America parlai con un mio parente se era disponibile.
Mi disse che non c’erano problemi e lo avrebbe fatto. Dall’America mantenevo contatto con lui. Tutto andava bene, mi assicurava. Ad ottobre i mie amici dovettero tornare anche loro ma il lavoro non era ancora finito.
Il padrone della ditta assicuro` che prima dell’inverno avrebbe terminato la terrazza.
Saggiamente non gli furono consegnati tutti i soldi. Passo` l’autunno e l’inverno, venne anche primavera e per una ragione o l’altra i lavori non ripresero. I miei carissimi amici italo americani tornarono a Settefrati a maggio. L’amico D. si incontro`col padrone della ditta, gli fu promesso che entro due settimane avrebbe ripreso e avrebbe terminato tutto prima che io tornassi a luglio. Due settimane diventarono quattro e ancora niente lavori . Il mio amico esperto costruttore, continuava a pedinare il capo ditta, gli fece anche notare che i soldi non glieli avrebbe consegnati tutti se prima non terminava i lavori.
A farla breve , segui` una scusa dopo l’altra di vuote promesse. Venne l’ora che sarei tornata a Settefrati e ancora i lavori non erano stati ripresi. Arrivai verso la meta` di luglio. La casa era un disastro di cemento, polvere stucco sui pavimenti, sui mobili sui letti. Figuratevi come mi arrabbiai. Quel po`di lavoro
che aveva fatto impiastro` tutta la casa.
Mi dovetti mettere sotto a pulire prima che non potevo dormire in quella porcheria. Il giorno dopo telefonai al padrone della ditta e gli dissi che volevo sapere quanto ancora gli dovevo e che avevo altro lavoro per lui. Era solo una scusa, se avressi detto che lo volevo ammazzare non sarebbe venuto. Fu molto cortese e ossequioso mi disse che domani sarebbe venuto a incontrarsi con me alle 14. Ora siccome so che dalle 13:00 alle 16:00 sono tutti a fare il riposino, gli dissi se era sicuro dell’orario perche` potevo anche aspettare per un ora piu` tardi. Mi assicuro` che lui era una persona di parola e se mi dava l’orario sarebbe venuto a quell’ora. Il giorno dopo sbrigai tutte le mie faccende prima delle 14 e mi misi ad aspettare. Si fecero le 14 e di Gerardo nemmeno l’ombra. le 14,30 e ancora nessuno. Alle 15 comincia a preoccuparmi che forse gli era successo qualcosa di grave, forse un incidente stradale, pensai. Si fecero le 16 e la preoccupazione divento ansieta`. Uscii, andai al bar il punto di riferimento per qualsiasi cosa si voleva sapere. Domandai se avevano visto Gerardo, mi dissero di no` ma di stare calma sarebbe arrivato. Si fece sera e telefonai a Gerardo ma nessuna risposta. Nemmeno il giorno dopo si presento` l’uomo di parola, ne` telefono’.
Finalmente lo rividi in piazza giorni dopo. Gli domandai come mai non aveva mantenuto l’appuntamento di quattro giorni prima. Mi disse con molta serieta` “guarda signora, io sono un uomo molto impegnato e devo andare a controllare gli operai dove lavorano, non posso venire sempre a Settefrati .
” Gli feci notare che mi aveva dato la sua parola da uomo serio e che lo avevo aspettato tutto il pomeriggio. Mise altre scuse , ma ‘non preoccuparti “ disse qui non siamo in America. Era tutto quello che volevo sentire la satira di
“ questi americani cosa credono di essere”. Ora piu` arrabbiata che mai gli risposi che se si riferiva agli appuntamenti, in America se una persona ha l’appuntamento alle 2,05 la persona arriva a quell’ora. Se per caso raro fa solo 15 minuti di ritardo ha la cortesia di avvisarti, e il ritardo sarebbe stato solo di 15 minuti e non di quattro giorni.
Mormoro` qualcosa che non sentii. Siccome non avevo altra scelta gli dissi quando voleva riprendere il lavoro: lo poteva fare anche mentre io ero in casa. Mi disse che ora si avvicinava il Ferragosto e che gli operai sarebbero andati in ferie. Dissi: “ma siamo ancora al 15 Luglio se non mi sbaglio il Ferragosto inizia il 15 Agosto. “ Si” mi disse ma guarda ci vuole poco siamo quasi li` bla bla bla.............
La terrazza fu finita l’anno dopo ma dovette intervenire il sindaco del paese.
Ah! dimenticavo di dirvi che questo signore di parola doveva mettere anche il campanello alla porta. Fece il foro attraverso il muro e dopo tre anni ancora non abbiamo il campanello. Il muro di casa mia ancora e` traforato, il buco e` stato riempito di carta. Il padrone della ditta rifiuta di finire perche’ “ questi americani vogliono tutto a modo loro ” e con tanta fierezza e ad alta voce “ ma qui siamo in Italia! Noi facciamo le cose bene”. Rassicuratemi , vi prego, che non e`cosi nelle citta`.
Delia Socci Skidmore