FRA ITALIA E AMERICA
L’abbigliamento delle ragazze
Ci domandiamo perche` le ragazze hanno sempre qualcosa da comprare.
Qualcosa di nuovo, che non era di moda la settimana scorsa. Niente di preciso o di necessario solo qualcosa di nuovo per finire di intasare l’armadio gia` zeppo di vestiti che non potranno mai indossare tutti. Ogni ragazza ha un proprio armadio. :e’ un mondo tutto loro, fatto di piccoli segreti e nascondigli. Spesso nascondono anche i nuovi vestiti acquistati di nascosto con i soldi di regali che ricevono il giorno del compleanno . Sono convintissime che mamma non nota niente.
Anche io domandavo alle mie figlie quando vivevano ancora a casa a cosa servissero tutti quei vestiti, scarpe ed accessori .
Mi rispondevano: " I need it!" "
Ora se una ragazza ha gia` 35 paia di scarpe ma sente la necessita` di comprare un altro perche` " I need it"o se ha 35 completi di ogni colore e stile possibile per abbinare alle scarpe e non dimentichiamo che per ogni paio di scarpe ci vuole la borsetta a riporto. Se ha una serie di tute per il casual look, ha anche una infinita` di camicette tops e magliette . E Dio ne scansi l'imbarazzo se si va al mare ogni giorno con lo stesso costume! ci mancherebbe altro! Ci vuole almeno uno per ogni giorno della settimana. Se hanno tutto in eccesso e ancora dicono "I need more" sara` tutta una frenesia di comprare, comprare, comprare e le ragioni sono tante, ma una piu` di un'altra e’il fattore che chiamano : "Keep up with your friends " (tener testa alle amiche) oppure sorpassare le amiche e lasciare che loro “keep up” con te. Anche perche`poi la moda dei giovani cambia da un momento all'altro e allora devono "keep up ", tener testa, con lo stile del momento. E chi glielo permette tutto questo? NOI GENITORI.
Siamo diventati troppo accomodanti, compiacenti. Abbiamo paura di dire no. E`molto piu facile dire si e risparmiarsi spiacevoli litigi con la figlia teen ager. Acconsentiamo, anche perche` ora ce lo possiamo permettere.
Non solo, facciamo del tutto per dare ai figli quel che noi non abbiamo mai avuto. Pero`esageriamo.
Figuratevi se io potevo andare da mamma per una nuova camicetta (erano la mia passione) quando ancora avevo quella dell'anno scorso, quella di pizzo San Gallo tanto in voga a quei tempi. Che poi ce la scambiavamo io e mia cugina Edda . Una volta la mettevo io una volta lei. E se durante l'anno ero "cresciuta" in posti particolari e la camicetta andava un po` stretta, niente paura, si spostavano i bottoni e si allargavano le cuciture. I vestiti subivano lo stesso trattamento, allargare le cuciture, stendere la piega e se tutto cio` non bastava, non si turbava nessuno. La mamma prendeva due vestiti li portava alla sarta e lei tagliava strisce da un vestito e le aggiungeva all’altro. La sarta era brava e fantasiosa il risultato era abbastanza piacevole. A me piaceva particolarmente quando aggiungeva una striscia arricciata all’orlo della piega. Sembrava arricchisse il look del “ nuovo” vestito. E sorpresa! anni fa la moda del giorno per le ragazze erano vestiti multicolori che somigliavano tale e quali quelli nostri ricavati da due vestiti multicolori. Si puo` dire che eravamo all’avan guardia della nuova moda. Fu la necessita`, non la moda che ci fece artisti creativi.
E chi mai aveva un armadio tutto per se? Il nostro unico armadio conteneva
vestiti, cappotti, scialle, lenzuola, tovaglie da bagno il corredino dell’ultima bimba e chi piu`ha piu`ne metta. Il mio nascondiglio segreto era una scatola di cartone che tenevo gelosamente conservata sotto il letto. La scatola conteneva tutti i miei intimi segreti. Pochi in verita,`qualche giornaletto o qualche letterina che mandavano i ragazzi. Io credevo di aver tutto privato, invece mamma, frugava la scatola regolarmente e quando vedeva qualcosa che non le piaceva mi prendevo la ramanzina. Solo che non mi diceva mai a cosa si riferiva ed io restavo sempre confusa.
Non credo che sono stata per niente traumatizzata per non avere vestiti nuovi per ogni festa, anzi ero felice di avere la camicetta di pizzo: le altre mie amiche non le avevano o solo qualcuna di seconda mano.
Ora sono io a fare una domanda: Ma siamo noi che cambiamo o i tempi che cambiano noi? Mah!
Delia Socci Skidmore