IL PADRE DI DELIA
English version Italian version
IL VESTITINO VERDE
Un'altra estate e un'altra Festa di Canneto si avvicinava. Era la piu` grande festa del paese e forse della valle. Erano i giorni quando noi ragazze volevamo essere notate con vestitini nuovi e non volevamo piu' indossare quelli dell’anno scorso allungati perche` eravamo cresciute. Io ero fortunata: le mie zie in America mi mandavano tessuti per nuovi abitini.
Quell’anno mandarono un pezzo di stoffa verde con piccole righe bianche. Non era tutto un verde uniforme ma a sfumatura almeno solo cosi si potrebbe descrivere. Era una striscia verde, una piu`chiara ed una verde tenue. I colori fondevano benissimo insieme. La sarta appena la vide mi disse subito quale modello sarebbe andato bene con quel tessuto. La sarta del paese era bravissima, oggi l’avrebbero chiamata stilista. Cuci` il vestito a pieghe aperte. Sotto erano scure e sopra verde chiaro. Il colletto a bavero come era di moda quei giorni e le maniche corte. Lo indossai la prima volta il giorno della Processione . Quando camminavo le pieghe si aprivano e rivelavano il colore scuro sotto quello piu` chiaro. Doveva essere particolarmente piacente perche` ancora le amiche mi parlano del famoso “ vestito verde come l’erba”. La sarta era stata brava in tutti i particolari. Il vitino stretto e la gonna ampia ma non troppo, il colletto a bavero era un particolare che metteva in risalto la linea sottile. Quando camminavo chissa` chi credevo di essere.
Fu una domenica pomeriggio, dopo tutte le orazioni per i vivi, i morti e la pace nel mondo quando mi ero seduta con le amiche che vidi arrivare le due sorelle Iole e Maria. Si avvicinavano mano nella mano. Quando venivano a cercarmi era sempre brutto segno. Mi irrigidii a vederle. Arrivate vicino mi dissero che dovevo tornare subito a casa perche` papa`mi cercava. Notizia piu` brutta non potevano darmi.
Arrossii dall’imbarazzo e la paura dell’ira di mio padre mi paralizzava.
Mio padre quando mi cercava e non ero a casa si adirava e non prometteva niente di bello. Lasciai le amiche e a gran passi mi avviai verso casa. Piu`mi avvicinavo e piu` l’apprensione aumentava. Cercavo di immaginare per quale motivo mi cercava. Mi vennero tanti pensieri in mente ma nessuno sembrava cosi grave da giustificare una pronta ritirata. Col cuore in gola e passo insicuro entrai in casa. Non trovai mio padre, ma mia madre ad aspettarmi. Mamma appariva calma. Mi disse con voce severa di togliermi il vestito e non indossarlo mai piu`. Spalancai gli occhi dalla sorpresa di quella richiesta e senza capire le domandai il perche’. Fece il viso scuro e disse che a mio padre quel vestito non piaceva e mi proibiva di indossarlo. Di nuovo la guardai stupita, mi guardai attorno guardai il vestito non mi pareva che aveva cambiato niente dalla prima volta che lo avevo messo. Andai sopra a cambiarmi, ero cosi confusa e scoraggiata che mi sarei messa a gridare. Mio padre mi odiava, ne ero convinta e mia madre era sua complice. Passo` del tempo, la relazione con mio padre si era fatta tesa, difficile. A me sembrava che non facevo mai una diritta e avevo paura di irritarlo. Ero confusa e mi sentivo alienata . Ogni volta che uscivo con le amiche, la Domenica, lui sapeva esattamente dove ero e con chi avevo parlato e questo mi innervosiva.
(A distanza di 50 anni mia sorella Iole ha rivelato come era che mio padre sapeva sempre dove ero quando uscivo. Mia sorella dice che quando era fuori lui, mio padre, la prendeva per la mano e diceva “ andiamo a vedere dove sta Delia” Salivano in terrazza e lui col binocolo scrutava tutti i dintorni fin quando scopriva dove ero.)
Delia Socci Skidmore