IL PADRE DI DELIA
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Due paia di scarpe
Passo` un periodo, forse un anno, forse due non ricordo bene. Il cantiere di lavoro era ridotto a poco e la piantagione quasi finita. Lo Stato non aveva rilasciato i fondi per continuare. L’amministrazione Comunale si adoperava per trovare lavoro ma c’era poco da fare senza i fondi statali non si poteva andare avanti. Il boom del dopo guerra era quasi finito. A Settefrati l’emigrazione che era gia` cominciata accellero` sempre di più. Ora pareva un via vai di gente , che si recava al commune per riempire le pratiche per la domanda di emigrare. Il sindaco del paese veniva spesso a casa nostra per consigliarsi con mio padre e mio zio. Non si dava per sconfitto ma si vedeva che era demoralizzato. Sul paese scese un aria depressante.
I miei ancora avevano lavoro a casa nostra si stava bene. Si avvicinava una grande festa ed io come sempre avrei voluto vestito e scarpe nuove. Ma era solo un sogno. Se non arrivavano le feste di Canneto il vestito nuovo non ci sarebbe stato meno ancora le scarpe. Intanto ci preparavamo per il matrimonio di un parente. La futura sposa mi scelse per assisterla il giorno dello sposalizio e far parte del corteo. Avrei avuto un posto di riguardo per tutta la cerimonia. Era la prima volta che ero stata scelta per questo grande onore. Non mi contenevo dalla contentezza. La mia fertile fantasia si accese subito e mi veniva un sorrisetto malizioso. Pensavo al giorno che avrei camminato nel corteo e quale giovane cavaliere mi avrebbe scortata . Immaginavo gia` la sposa col vestito bianco e velo e chissa` un giorno anche io……………….. anche io avrei indossato un vestito bianco. Appena vidi Edda stavo per dirglielo ma fu lei a dirlo prima, anche lei era stata scelta dalla sposa come me. Fu una piacevole sorpresa. Noi due eravamo molto vicine e la nostra relazione era armoniosa. Seguirono gironate eccitanti. Ci consultavamo spesso sul come camminare nel corteo cosa dire dove guardare. Ed ogni volta venivano fuori idée diverse. Pero` rimaneva sempre il problema di come vestire. Le scelte erano poche. Io cercai il mio vestito tra i pochi che avevo. Scelsi uno rosa di crespo con pois bianchi . Era molto carino con maniche corte e collettino tondo. Me lo aveva mandato una delle zie dalla America. Le scarpe non erano nuove ma per ora potevano andare. Il giorno prima delle nozze le attivita` e i preparativi sembrava non finissero mai. Io e Edda andammo alla casa della sposa per aiutare come era stato stabilito. Ritornai a casa verso il tardi pomeriggio. Trovai mia madre in cucina anzi mi venne incontro, in mano aveva due scatole. Le apri` e con volto sorridente mi fece vedere il contenuto . Erano due paia di sandaletti bellissimi uno di color beige e uno giallo chiaro. Guardai le scarpe, piu` le guardavo piu`sembravano belle ma non capivo perche` aveva due paia. Mamma sorrise e disse “ oggi tuo padre e` andato a Sora appunto per comprare I sandali nuovi un paio per te e uno per me.” Papa` era andato a Sora e non era mercato…….? Due paia di sandali……….ero estremamente confusa. Mi sedetti accanto a mamma. Disse: “ quali ti piacciono di piu?” Puntai ai giallo chiari.
No” disse: “prendi i beige andranno meglio col vestito rosa”. Finalmente capii; era un paio per mia madre e un paio per me. Mio padre sapeva quando ci tenevo a far bella figura l’indomani accompagnando la sposa. Non solo mio padre aveva fatto il viaggio apposta ma mi aveva elevata alla stessa importanza di mia madre. Mi voleva bene a modo suo solo che non sapeva come dimostrarlo. Quel giorno non ci servirono dimostrazioni bastava quel che aveva fatto. Mio padre mi voleva bene. Saperlo mi sentii stranamente leggera. Non mi contenevo dalla gioia. Presi le scarpe e corsi subito da mia cugina per fargliele vedere . Anche lei si stupi` quando le dissi come mi erano venute. Il giorno dello sposalizio non ando`tutto perfetto come programmato “ma non importa” dissi a mia cugina avevo un paio di scarpe nuove che mio padre aveva comprato per me.
Delia Socci Skidmore