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RACCONTI AMERICANI 

 

  La mia squadra di bocce

 

Dietro richiesta delle donne anziane del Club Madonna di Canneto Society ogni anno organizziamo le squadre di bocce solo per donne.

Le donne avevano espresso il desiderio di fare qualcosa  sport leggero senza i mariti.

Cosi organizzai 4 squadre ognuna di 4 giocatori.

Ogni squadra  giocava alternativamente  contro l’altra ogni settimana. Benche  tutte le signore avevano mariti avidi giocatori di bocce, loro non sapevano niente dello sport.

Io non avevo mai giocato a bocce sapevo solo che l’oggetto del gioco era di

tirare il pallino e poi la boccia  da una certa distanza  e cercare di avvicinarla il piu’ possibile al pallino per segnare il punto. Sapevo anche che le corsie erano delimitate da tavole a perimetro di una certa dimensione. Non era molto ma bastava per cominciare. Del resto avremmo potuto informarci  strada facendo. Ma siccome secondo loro io “sapevo le regole” mi nominarono capitano e manager di tutte i teams.

Venne il giorno della prima partita. Le 4 squadre vennero formate con nomi estratti a sorteggio. Due squadre per ogni corsia/court. La mia squadra era formata da me, Lisa,mia coetanea, Elmerinda un po’ piu anziana  la signora Teresina 75 enne . Ci schierammo sul campo, una  squadra giu’ all’inizio della corsia e le altre  dalla parte opposta.

Tirai il pallino  non arrivo’ al  punto delimitato per farlo valido,lo ritirai e questa volta ando’ oltre. Tirai la boccia e fini all’atro lato del pallino a una distanza di piu’ di un metro.

Mi venne la sgradevole sensazione  che le donne gia’ si pentivano di avermi fatta capitano. Tra un tiro e l’altro  ogni tanto per chance  qualcuna  azzecava una “bella mano” e segnava un punto .Venne il turno della signora Teresina. La signora Teresinaa  era una brava donna all’antica. Era venuta a giocare col vestitino di cotone e zoccoletti. Non aveva mai indossato un paio di pantaloni e non aveva nessuna intenzione di cominciare ora. Prese la boccia, cerco’ di tirarla , ma siccome aveva problemi con la schiena non pote’ piegarsi e le boccia le cadde tra i piedi. Un po’ imbarazzata si volto verso di me. La rassicurai che tutto era ok e di piegare le ginocchia invece della schiena. Poteva piegare solo uno, mi disse all’altro  aveva  l’artrite . Tiro’la boccia e per  fortuna fini la piu’vicina al pallino e segno’ un punto.

Tutte batterono le mani alla signora Teresa e cio’ le diede il coraggio di continuare .

Intanto tenevo d’occhio anche la squadra che giocava all’altro lato. Vidi Anna N. che si accingeva a tirare al boccia. Si curvo’ un po’ alzo’ un piede e la gamba  e tiro’ la boccia.

Non so per quale motivo aveva alzato la gamba in quel modo, forse pensava si giocava come il baseball. La boccia fini  alla fine della corsia  rimbalzo’alla tavola di legno perimetrale e torno’ indietro. Cercai il pallino ma non lo vidi in tutta la corsia. Poi notai un rialzo nell’angolino di fronte a destra. Era li’coperto di foglie e nessuno lo vedeva ne’ lo cercavano. Dove miravano le bocce proprio non lo so. I punti si segnavano per chance.

Ovviamente avevamo bisogno di molto aiuto. Alcune delle donne anche si resero conto e dissero che la prossima volta avrebbero  portato anche i mariti. Dopo il gioco ci radunammo sotto il grande albero al fresco per caffe’ e biscotti.

La settimana dopo arrivarono 4 donne con i rispettivi mariti. Gli uomini cominciarono a parlare di regolamenti, misure, distanze dimensioni l’importanza di segnare punti con la tecnica del lancio del volo.

Le donne ascoltavano. Gli uomini ci aiutarono a mettere in pratica le regole. Giocammo molto meglio quella sera. Passarono le settimane, cominciammo ad imparare.

 

Sapevamo che se si colpiva la tavola laterale  la boccia si allargava e finiva nel mezzo della  corsia. cosi’ci si regolava come tirare per fare punti.

Misurare per i punti era diventato un gran problema. Appena una boccia  finiva piu’ vicina al pallino 4/5 donne correvano a misurare. Si chinavano sul pallino e guardavano con occhi critico chi misurava .Molte erano gli argomenti che derivavano dal misurare.

I giocatori si accusavano l’un l’altra di aver spostato la boccia o il pallino per dare il punto alla propria  squadra.

Gli uomini suggerivano, consigliavano.........Ci insegnarono come fare a colpire la boccia  dell’avversario per spostarla  e segnare un punto. Da noi si chiama “tuzzare” Quella sera la signora Lucia volle provare a “tuzzare” prese la boccia se la porto` vicino a un occhio si curvo’ .prese la mira....... la boccia parti come una palla di cannone. Se non l’avessi mantenuta  sarebbe partita anche lei con la boccia. La boccia colpi’ due altre  con gran fragore e le sposto’una bella distanza. Scoppio’ un fragoroso battito di mani. La signora Lucia si volto’verso di me compiaciuta  e disse “vedi ? ho fatto bene vero?” Io dovetti darle la brutta notizia. Si aveva fatto bene  le dissi, solo che aveva spostate le bocce nostre levato due punti a noi e dato un punto alla squadra opposta.

Stasera era venuta anche la signora Giuseppina. Giuseppina e` la sorella di Teresina due bravissime donne. Giuseppina e`anziana e non ci vedeva bene Non vedeva nemmeno il pallino. Ogni volta che menava la boccia una delle giocatrici doveva mettere un  piede vicino al pallino cosi lei vedeva il bianco della scarpa da tennis  e mirava per quella..Dopo tirata la boccia si andava a sedere tranquilla a parlare con le amiche. Ogni volta che veniva  il suo turno dovevamo sempre cercarla.

Venne il turno di Palma che quella sera giocava per la mia squadra. Dissi “vai e’il tuo turno” ma nessuno si mosse. Mi voltai da un lato poi dall’altro,ma di Palma nessuna traccia. La cercai all’altra corsia ,e non c’era. Finalmente qualcuno disse che  era andata dentro a preparare il caffe’.

Stando cosi le cose non credo che rischiavamo di giocare in un campionato .

Sono passati gli anni .La signora Teresina non e’ piu’ fra noi e’ andata lassu’dove di sicuro ci guarda e ci sorride ogni volta che giochiamo .La signora Giuseppina ora non gioca piu’ ma viene a fare la fan. Anna N. ha imparato a giocare senza alzare la gamba.

e Lucia ha imparato a”tuzzare” bene.

Siamo diventate bravissime al gioco e molto competitive .Giochiamo con tenacia. Abbiamo imparato la  tecnica, le dimensioni l’importanza di segnare il primo punto. Ma ancora ..........ancora ci sono tante che non sanno nemmeno quanti punti hanno segnato ,con quale squadra giocano e quale colore sono le bocce. In compenso ci divertiamo un mondo e poi facciamo sempre quattro chiacchiere al fresco con caffe` e dolcetti, preparati da Palma che ancora non sa  che non dovrebbe abbandonare il gioco di bocce nemmeno per fare il caffe’

Ah! dimenticavo di dirvi che ancora sono la manager e capitano.

 

 

 Delia Socci Skidmore