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RITORNO A SETTEFRATI  

 

SENZA FRETTA

 

Questo pomeriggio sono andata alla messa vespertina. Vespertina per modo di dire . Si celebra la sera per aspettare chi torna dal lavoro

Siamo in pochi, i piu` noi che torniamo dall’estero. Siamo arrivati per le 4:30 ora della recita del Santo Rosario. Un anziano uomo seduto piu` avanti si alza in piedi, poggia una mano sul banco e si volta indietro a guardare.

Vedo che sta contando mentalmente i presenti. Siamo in 6 piu` lui.

 Soddisfatto si fa il segno della Croce comincia il Rosario con una lunga preghiera che ha scritto lui. Io non conosco la preghiera ma seguo gli altri.

Finito le cinque poste e la litania , l’anziano signore recita di nuovo la preghiera. Mi pare di avvertire un velato segno di noia nel viso dei presenti.

 Quasi le 5. Arriva un giovane ragazzo con i Libri Sacri . Li depone sull’altare, accende le candele e aggiusta il microfono. Il microfono?

Serve veramente il microfono con solo  7 persone in chiesa? Pare di si. 

Ai mie tempi il microfono non solo non si conosceva , ma con la chiesa gremita bastava le voci tonanti dei Celebranti per sentire tutto anche i piu` anziani duri d’orecchio.

Finita la Messa  usciamo e ci andiamo a sedere sotto il tiglio del colle per una chiacchieratina. Bello restare a conversare senza fretta , senza dover correre, senza doversi precipitare ad altri doveri che ci aspettano.

Qui la vita ,almeno per noi che torniamo dall’estero, e` rimasta si puo` dire in slow motion a confronto dell’andamento che viviamo in America. Il passo e` piu` lento, l’orologio non domina e se non oggi si puo`fare anche domani . quando che sia . Mentre siamo a “ ciarlare” i passanti si fermano c’e chi dice quattro parole, chi fa solo un cenno col capo e chi si siede a unirsi con noi.

Il sole ancora alto picchia caldo sulla pelle . E`un caldo asciutto non afoso

per ora. Al nostro ritorno avremmo una bella abbronzatura senza nemmeno esser passato vicino al mare. I nostri monti, la valle e il venticello ci hanno pensato loro.

Ritorniamo a casa per un po` piu` tardi ci rincontreremo in piazza. Infatti

ci siamo di nuovo. Gli uomini a fare la partita davanti al bar. Le donne

sedute in disparte parlano delle famiglie e l’ultimo nipote arrivato proprio

poco prima che sono partiti. Al ritorno avremo lavoro assicurato: baby sitting. Il venticello non ci visita questa sera e l’afa si fa sentire pensate e umida. Un gruppo ci alziamo e andiamo a sederci all’altro lato della piazza dove sembra che faccia piu fresco. Gli altri che restano borbottano che li abbiamo lasciati soli. Soli? Sono almeno in trenta.

Stasera il topic e` l’imminente matrimonio della ragazza figlia di Settefratesi che vivono in Irlanda. La famiglia ritorna ogni anno  per una lunga vacanza estiva.

Mi dicono che questo sposalizio sara` qualcosa di eccezionale, di bello  ed elegante. Quanto chiedo particolari mi rispondono : “ vedrai, vedrai “.

Quasi mezzanotte, ora di ritirarsi , uno la volta ci diamo la buona notte e ci avviamo verso casa. Io passo in piazza dove ancora siede gente nelle panchine a socializzare. Qualcuno non settefratese  deve aver domandato di me perche` sento che gli rispondono” E` la signora della piazza”. Sorrido: mi piace essere “ la signora della piazza” . Arrivo vicino a casa e c’e li un altro gruppetto di amici seduti innanzi a casa alle sedie che lascio apposta per i passanti. E` una tradizione che dura  da sempre . Anche quando non ci sono le sedie sono sempre fuori per chi vuole. 

Sono miei amici che come me son tornati per passare il consueto mese di Agosto a respirare l’aria pura, bere l’acqua fresca e godersi il cielo sempre blu .Appena mi vedono si alzano per ridarmi le sedie, faccio segno di non scomodarsi e mi unisco a loro. Mi danno le ultime notizie dall’America.

Hanno fatto e ricevuto telefonate, tutto ok. L’America regge bene anche senza noi.

Restiamo pochi minuti poi a nanna. Qualcuno mi domanda se ho paura a stare sola. No, non ho paura e poi in piazza c’e sempre gente. Buona notte, good night a domani . Sbadigliando ci avviamo verso il nostro riposo. L’orologio scandisce solo una ora.

 

 

Delia Socci Skidmore