RITORNO AL PAESELLO
Per la fine di maggio,1944 le truppe germaniche erano in ritirata. Erano ora
sbandati, affaticati e stanchi a cercavano un rifugio oppure attraversare il
confine attraverso gli stessi monti dove la guerra aveva spinto noi solo poche
settimane prima.
Gli aerei alleati lasciavano cadere volantini in tutte le contrade annunciando
la vittoria . I volantini informavano che gli sfollati potevano rientrare nei
loro paesi. La guerra , la terribile ,orribile tragedia era finita: potevamo
ritornare a casa.
Ci preparammo per il lungo viaggio di ritorno. Raccogliemmo tutte le nostre
ricchezze in ceste e sacchi, ci salutammo con la brava famiglia che ci aveva
accolti e gentilmente ospitati. Eravamo commossi, ci eravamo affezionati , ma
eravamo ansiosi di tornare alle case nostre, all’amata Settefrati. Era il
principio di giugno quando ci avviammo in cammino verso casa. Per strada
incontrammo colonne di altri sfollati che, sacchi in spalla, s’affrettavano a
far ritorno alle loro case. Ancora facendo strada attraverso campi minati e
strade tempestate di crateri di bombe, c’imbattemmo in un gruppo di persone che
avevano con loro un somarello carico di fagotti. Nel vedermi camminare, la
padrona mi prese e mi mise dentro uno dei cestoni che l’asinello aveva legato ai
fianchi. Io ero tanto piccola che solo la testa sporgeva sopra dal cesto.
L’asinello mi portò per parecchio tempo. Che bello camminare senza stancarsi.
Ogni tanto facevamo una breve sosta. Poi di nuovo in cammino. Strada facendo ci
incontravamo con paesani , amici e conoscenti e anche loro rientravano da altri
posti dove avevano attesa del ritorno. Gli incontri erano sempre tanto
emozionanti , si abbracciavano ,piangevano e si facevano mille domande.
Arrivati a Settefrati non avremmo potuto mai immaginare il disastro che
trovammo. Era indescrivibile, case vuote e saccheggiate,senza
balconi e finestre, tetti e terrazze danneggiate e buchi nei muri. Avevano
ritrovati e perlustrati i più segreti nascondigli. Dove non arrivava la mano
vandalica della soldataglia avevano adoperato bombe a mano per distruggere con
rabbia furibonda. Le case che i tedeschi avevano convertito in stalle e dove
avevano messi muli e cani erano pieni di pulci ,pidocchi e immondizia e
completamente inabitabile .
Molte altre erano state distrutte o danneggiate dalle bombe e cannonate. Il 70%
del paese era inabitabile. Vi lasceremo solo gli occhi per piangere,avevano
detto.
E cosi era stato .
DELIA SOCCI SKIDMORE
NOTA: ultimo racconto della serie:"In guerra in Italia" :la prossima settimana inizia una nuova serie: "la storia di Pietro"
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