SETTEFRATI IN FESTA
IL GIORNO DELLA “FESTA”
il 22 agosto ultimo giorno di festa. E si puo’ dire ultimo giorno estivo. Il
paese e` tutto a festa e in movimento. Gente va e viene, prepara il gran pranzo
festivo. I ragazzi che si erano accampato davanti a casa durante la notte sono
in piedi di buon ora e si lavano alla fredda acqua del fontanone. Si preparano
per andare su a Canneto e tornare a sera per accompagnare la statua della
Madonna durante la suggestiva processione notturna da Canneto a Settefrati.
E`l’ultimo giorno di festa spira un aria febbrile. Parenti e amici di tutti e di
nessuno continuano ad arrivare numerosi . Se si deve uscire dal paese si puo`
fare solo la mattina, piu` tardi sarebbe impossibile rientrare per via della
moltitudine di fedeli che arrivano e fanno lunghe file di macchine per km e km.
Parcheggiano da per tutto. Sui prati, ad ambo i lati della strada anche sui
campi coltivati e` una marea di macchine dal bivio fino a Prato di Mezzo . Ogni
piccolo spazio libero viene occupato. I visitatori lasciano le macchine e
procedono a piedi. Io siedo comodamente sulla loggia,il mio vantage point . La
banda suona i più bei brani di musica classica sul palco in mezzo alla piazza.
Anche con tutto il frastuono gli affezionati si radunano attorno al palco.
Ascoltano con trasporto , mormorano i brani piano , piano per non disturbare gli
altri ascoltatori. Ascolto anche io le melodie , conosco qualche titolo, non
ricordo tutti i nomi ma mi son tanto cari. Vanto uno dei posti più belli per
godersi il panorama e la marea di gente che ora occupa tutto il paese. Dai
balconi, alle finestre , alla terrazza posso osservare la Valle e i monti fin
dove arriva l’occhio. Nessuno piu` mi proibisce affacciarmi come faceva mio
padre quando ero ragazzina. Posso rimanere al balcone fino a sera tardi.
Questo tristemente e` uno dei vantaggi per non essere piu` giovane. Eppure
provo un pizzico di nostalgia per quei tempi di proibizione. Chissa` forse ora
comprendo che non ero sola e che qualcuno si preoccupava di me anche se io
allora non capivo e resistevo............. Oggi non avro` ospiti, sono sola. La
casa non risuonera`di voci allegre di parenti e amici riuniti come tanti anni
fa. Non ci sara` il grande pranzo festivo con la famiglia intera a mangiare e
bere. Non ci saranno mia madre e zia Tina chine sui fornelli a preparare delizie
di cui erano famose. Io non apparecchiero`la tavola con le posate che tenevamo
conservate proprio e solo per la festa. Mammarosa non verra` a tiraci giu` la
gonna a noi ragazze per coprirci meglio mentre sedute a mangiare per le scale
che portano al secondo piano. Non la sentiro` premurosa dire : “accappa, mamma,
accappa” . Ancora ne parliamo della nonna e i suoi “accappa”. Quanta innocenza e
semplicita` ora svanita per sempre. Chi nonna oserebbe dire “accappa” alle
ragazze di oggi. E come potrebbero se le gonne ora sono tante corte che a mala
pena coprono il necessario. La musica suona motivi piacevolmente sonori, io
perduta nei miei continui ricordi, la sento come un dolce eco lontano. In
questi giorni la piazza, centro del paese, brulica di gente e di mercanti
indaffarati e di venditori che vantano a gran voce i propri prodotti.
Delia Socci Skidmore