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UNA STORIA D’AMORE

 

Incontro alla fontana

 

Antonia era una ragazzina di 14 anni snella e bruna con lunghe trecce nere. Un  giorno che poi divenne il più importante della sua vita  Antonia ando` alla fontana a prendere l’acqua. Erano i tempi in cui pochi avevano l’acqua in casa. Andare a prendere l’acqua era un avventura,una delle  preferite dalle comari che si incontravano chi col barile chi con la conca altre col secchio a fare quattro chiacchiere mentre aspettavano che lo zampillo d’acqua fresca riempisse i recipienti. 

Anche quando il secchio era pieno e l’acqua scorreva dai lati continuavano a parlare di cose importanti. Importanti per modo di dire generalmente si lagnavano dei mariti e delle suocere intrusive oppure della comare che a quel momento era assente. Lo zampillo della fontana scorreva veloce e limpido ignaro di tutto e riempiva i capaci recipienti e dissetava i passanti. Anche per le giovane ragazze era molto importante andare all’acqua. Era un modo per farsi vedere come erano brave a portare la conca in testa reggendola solo con una mano, era il modo

di proclamare che non erano più bambine  e si preparavano ad essere donne.

Ma c’era anche un altro motivo per le ragazze: mentre prendevano l’acqua qualche ragazzo le notava ed immediatamente gli veniva la arsura e sentiva di doversi dissetare proprio in quel momento nel quale la ragazza aveva quasi finito. Si avvicinava metteva le mani a coppa si sciacquavano e poi bevevano con gusto. Nessuno parlava

ma i due avevano fatto contatto con gli occhi e nel  silenzio

una storia che nasceva.

Cosi fu anche per Antonia quel mattino di primavera. Mentre riempiva al conca d’acqua le si avvicino`un ragazzo che non conosceva e le disse “come ti chiami?”. Un po` sorpresa ma lieta che il bel ragazzo l’avesse notata rispose subito: “Antonia.” Il ragazzo si informo`di dove abitava e chi era la sua famiglia. Un po` incuriosita ma lieta dell’attenzione Antonia diede tutte le informazioni al bel ragazzo che non gli poteva levare gli occhi  Soddisfatto il ragazzo si allontano senza dire altro e riprese il suo lavoro, spazzare le strade del paese dopo la festa. Quando arrivo` a casa  Antonia si rese conto che non sapeva nemmeno il nome del ragazzo. Non sapeva chi era ma compiaciuta del bel giovane che l’aveva notata, lei ancora adolescente.

Tre giorni dopo il giovanotto si trovo` “ per caso” a passare vicino la casa della ragazza. La vide subito che parlava con lo zio. La chiamo` in disparte e le domando`: “me vuo`”come era d’uso a quel tempo . Cosi dicevano i giovani quando si dichiaravano ad una ragazza. Poi aggiunse se voleva essere la sua fidanzata. Antonia rispose : non lo so e Filippo rispose subito un “ non lo so” e` come un si. Antonia non disse niente. Filippo gia` sognava un avvenire con Antonia. Le parlo di lui ,le disse che aveva vissuto a  Ravenna dopo la guerra dove avevano portato  altri ragazzi bisognosi. Aveva vissuto con una brava famiglia che lo avevano accolto come un figlio. Ora tornato al paese lavorava come poteva quando trovava lavoro . La ragazza ascolto`  silenziosa guardandolo con i grandi occhi neri. Bensi ancora ragazzina, era la piu` grande delle sorelle e il suo ruolo in famiglia era di aiutare in qualsiasi attività , nei campi, a casa, provvedere  legna e anche lavorare a giornata con altri contadini  per aiutare la poverissima famiglia.

 

Delia Socci Skidmore