RACCONTI VARI
SANDY,IL SUPER URAGANO
Sandy,dopo aver devastato le isole del Caraibi e del medio atlantico si e`abbattuto sulla nostra zona del North East sul Connecticut, New Jersey e New York con tanta forza che fu subito soprannominato il super uragano. Sandy non ci deluse col suo soprannome, lo merito`bene, ha apportato danni distruzione e morte ovunque e` passato. Gli abitanti piu`vicino la costa hanno perso tutto quel che possedevano, case, auto, yacht lussuosi , barche da pesca e molto di piu`.
Tante case sono state ridotte in macerie , altre pendono precariamente non del tutto distrutte ma danneggiate e inabitabili.
I padroni si aggirano attorno increduli,come sperduti nel vedere` quel che rimane dei loro possedimenti dei ricordi di una vita distrutta in pochi minuti. Cercano tra le rovine qualche foto di famiglia,documenti,qualche altro oggetto di identita`personale, qualsiasi cosa ora solo un triste e prezioso ricordo. Le zone cosi distrutte sono state classificate come zone di guerra.
Storie personali di eroismo e coraggio abbondano di chi ha aiutato sconosciuti a mettersi in salvo a ripararsi durante l’assalto di Sandy. Ma una delle piu` commovente e tragica storia per me e`stata quella della mamma che era in macchina con due figlioli e si trovo`in una via inondata . L’acqua entrava dai finestrini e avrebbe inondata tutta la macchina e rischiavano di annegare tutti. la mamma si fermo` prese i due figli e li mise sul tetto dell’auto stringendoli a se`. Arrivo` un ondata furiosa e strappo` i figlioletti dalle braccia della madre e li porto` via. I corpicini sono stati ritrovati qualche giorno dopo.
La National Guard fu mobilizzata anche prima che arrivasse l’uragano. La tv non trasmetteva altro che avvertimenti di mettersi in riparo prima che arrivasse il peggio. Il peggio non si fece attendere arrivo`subito e furiosamente. Scatto` l’allarme, le autorita`avvertirono che avrebbero chiuso le vie delle citta`, le stazioni dei treni, l’autostrada, gli aeroporti, tutto fermo.
La costa dell’est fu completamente paralizzata. L’ordine di evacuazione fu attivato e la gente in pericolo fu trasportata in centri sicuri. Si muovevano solo mezzi di pronto soccorso.
Le sirene stridevano e facevano rabbrividire. Fortunatamente noi abitiamo lontano dalla spiaggia ma il pericolo e` sempre presente.
La mattina dell’uragano mamma si senti male, molto male , mia sorella accompagnata da suo marito, la portarono al pronto soccorso. Dopo circa sei ore di test, visite da diversi medici e vari altri controlli, decisero che non aveva nessun male, solo un incidente della malattia (alzheimer) e poteva tornare a casa. Mia sorella mi telefono`mi disse di andare a riprenderle.
Presi la mia auto, mi feci il segno della croce, e mi avviai verso l’ospedale che fortunatamente non e`lontano.
Il cielo scuro e pesante e le folate di vento non promettevano niente di buono.
Al ritorno lo stesso tratto di strada che avevo percorso prima era gia`pieno di rami caduti, guidai con cautela schivando il pericolo e arrivammo a casa sani e salvi.
Si fece sera, i rami oscillavano furiosamente agitati dal vento ,il cielo grigio e pesante mandava giu`pioggia fitta. Alle 18 perdemmo la elettricita`e piombammo nel buio.
Niente paura dissi ,avevo preparato candele e pile e le avevo a portata di mano. il vento continuava a sibilare e ululare paurosamente a una velocita`terrificante. A me sembrava come sentire un branco di lupi affamati.
Ad un tratto sentimmo l’inconfondibile crac di un mio albero che cadde sulla staccionata e fini`nel giardino del vicino di casa. Rabbrividii.
Io e mia sorella riposavamo sul divano al fievole lume di una candela, avremmo fatto la nottata in bianco. Mamma dormiva beata.
Fu una nottata spaventosa piena di strani rumori.
Quando li sentivo mi avvolgevo lo scialle stretto attorno alle mie spalle come per ripararmi da quei strani suoni.
La candela quasi tutta consumata faceva poca luce e diffondeva strane ombre nella stanza. La nottata pareva non finisse mai.
Verso mattina quando comincio`a spuntare l’alba mi affacciai e vidi molti alberi abbattuti, cavi elettrici atterrati, un altro ramo della mia quercia cadde parzialmente, sulla auto dello stesso vicino di casa.
Certo non avrebbe trovata la situazione molto divertente.
Accesi una vecchia radio a pile e le notizie dei danni causati dall’uragano erano impressionanti.
Quando torno`l’elettricita`, due giorni dopo da noi e tornammo a vedere il telegiornale vidi la citta` di New York avvolta nella oscurita`con gli enormi palazzi e grattacieli avvolti nel buio che sembravano sagome di neri mostri. l’Empire State Building non brillava delle luci tricolore come sempre. L’enorme metropoli di New York che “never sleeps”era paralizzata.
Passo`una settimana la situazione non miglioro`di molto , le zone piu`danneggiate erano ancora prive di elettricita, di
conseguenza il calorifero non funzionava, non si poteva cucinare, tutte le comodita`che rendono la vita facile alle quali eravamo abituati, non funzionavano
La gente spazientita, comincio`a lamentarsi e condurre interviste con le stazioni tv locali che le trasmetteva di continuo. Tutta la colpa del disastro fu data alle compagnie elettriche accusandole di non aversi adeguatamente preparate per il disastro.
Il governatore del Connecticut lancio`uno scottante rimprovero publico alla compagnia elettrica.
Ma i tratti di strada da riparare e pulire erano centinia di kilometri e occorreva tempo per rimettere a posto tanto danno. Ma siamo impazienti e vorremmo che tutto si aggiisti in poco tempo.
Anche il mio scoiattolo , adesso e` rimasto solo uno, e` stato vittima del temporale, la sua casetta cadde col ramo abbattuto. L’animaluccio si aggirava attorno al tronco ,correva e scavava furiosamente la corteccia; ma la casetta non la ritrovo`. Mi fece pena il povero amichetto a quattro zampe. Forse andra` a farsi la casetta piu lontano, mi dissi.
Allora pensai di mettere qualche noce fuori, come avevo sempre fatto. Cip non si fece attendere arrivo` e si mise a mangiare, con le zampette anteriore portava le noci in bocca masticando comodamente. Si vede che si e`rifatta un altra casetta vicino perche` ancora lo vedo saltellare felice e contento e viene regolarmente a prendersi le noci che metto fuori.
Delia Socci Skidmore