ARTICOLO

 

Leggere l’articolo di Gian Antonio Stella, cosi vivo e dettagliato descrivere gli paventosi e tragici viaggi su vapori  acciaccati poco piuůsicuri di barconi da pesca, sento un debito di riconoscimento verso  queglii emigranti che ci hanno preceduti in spaventose e tragiche traversate.

 Sapevo del naufragio di alcune navi , ma non tutte. Il numero di disastri

e vite perdute  al mare fanno raccapricciare. Le deploranti condizioni  della vita ( stento a chiamarla ‘vita”) a bordo, il sudiciume, la puzza e malattie fa rabbrividire. Le malattie  i morti e sofferenze di ogni colore ancora prima che mettevano piede in terra straniera dove sicuramente li aspettavano  numerose altre avversita`. Mi sento come se i loro sacrifici hanno spianato la via per noi che siamo venuti dopo.

 Per quanto penosa era la nostra traversata, era un campo di fiori  a paragonare con quelle prima di noi.

Prima di tutto le imbarcazioni erano belle pulite e fornite di tutto leamenita di piccole citta`.

C’erano anche allora chi vomitava dove si trovava, ma veniva pulito subito. Poi per chi  si ammalava, il piroscafo era fornito di sick bay un ospedaletto dove venivano ricoverati e curati. Per la maggior parte coloro che soffrivano di mal di mare restavano in cabina.

Le nostre cuccette erano ben mantenute e nessuno dormiva al ponte

della nave. L’odore di mare e di aria viziata si faceva sentire anche allora ma non era, per quello che ricordo, insopportabile. Poi bastava andare su all’aria aperta al ponte si respirava aria fina di mare e di cielo.

Mi sono sempre domandata e non ho mai ricevuta una risposta chiara :

Dove erano i nostri  leaders. Senatori, Governatori , Re ,Presidenti

quando queste navi partivano dal Porto gia` in condizioni da carro bestiame, ben sapendo che la situazione a bordo sarebbe peggiorata e di molto .E cosa hanno fatto per  rendere le navi sicure , dopo la prima o seconda tragedia. Non troppo mi pare. Lasciamo poi stare cercare di mantenerci nella Nazione che ci ha dato i Natali  invece di mandarci in terre straniere per un po di lavoro. E dove erano i nostri  dirigenti quando dopo arrivati abbiamo incontrato disagio di ogni sorta.

I Consolati Italiani c’erano, ma non abbiamo mai visto uno che si fosse interessato , non dico del nostro ben essere, ma almeno una mano d’aiuto morale mentre ci si abituava alla strana  nuova vita. A dire la verita` non li vedo nemmeno ora. Riceviamo notiziari solo quando han

bisogno del nostro aiuto.

Delia