La giustizia in Italia
Due avvenimenti quasi contemporanei hanno riproposto ancora una volta in Italia il problema della giustizia
Il primo avvenimento è la morte di Saverio Borrelli il procuratore capo di Milano il cui nome è legato a Mani Pulite e dopo di esso ai numerosi processi per corruzione con implicanze politiche, soprattutto contro Silvio Berlusconi
Il secondo avvenimento è la assoluzione , una delle tante, di Calogero Mannino. già ministro della Repubblica che dal 1992 è stato imputato in processi infiniti che iniziati quando aveva 53 anni distruggendo la sua carriera politica e la sua vita e che si sono conclusi con una assoluzione quando ne ha ormai quasi 80 Da notare inoltre poi che tale assoluzione smentisce altre condanne pronunciate da altri magistrati sulla cosiddetta trattativa che ci sarebbe stati negli anni 90 fra la mafia e pezzi importanti dello stato
Riportiamo di seguito:
le vicende giudiziarie di Mannino riprese da Wikipedia
una articolo molto critico sul ruolo di d Borrelli pubblicato sul Foglio di Paolo Cirino Pomicino ( che subi 41 processi e due sole condanne definitive)
una analisi generale della cause della sfiducia nella magistratura di Giovanni De Sio Cesari
CALOGERO MANNINO da Wikipedia
Procedimento per rapporti con la mafia Nel 1991, sulla base delle dichiarazioni del pentito Rosario Spatola, il sostituto procuratore di Trapani Francesco Taurisano aprì un procedimento contro Mannino per rapporti con uomini d'onore, ma nell'ottobre dello stesso anno la procura di Sciacca, a cui erano state inviate le dichiarazioni, archivia il caso.[8] Taurisano denunciò delle pressioni da parte del procuratore Antonino Coci. Il CSM trasferì d'ufficio entrambi. Procedimento per concorso esterno in associazione mafiosa Il 24 febbraio 1994 la Procura di Palermo avvia un'inchiesta nei suoi confronti con la notifica di un avviso di garanzia; viene arrestato il 13 febbraio 1995 con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa: secondo l'accusa, poi rivelatasi insussistente, Mannino avrebbe stretto un patto con la Mafia per avere voti in cambio di favori. Dopo un periodo di detenzione (nove mesi di carcere e tredici di arresti domiciliari), durante il quale si mette in moto un'ampia mobilitazione sostenuta anche da una raccolta di firme per la scarcerazione motivate dalle sue precarie condizioni di salute, nel gennaio del 1997 viene rimesso in libertà per scadenza dei termini di custodia cautelare. Nel 2001 Mannino è assolto in primo grado perché il fatto non sussiste. L'assoluzione viene impugnata dal pubblico ministero e la corte d'appello di Palermo, nel maggio 2003, lo riconosce colpevole di concorso esterno in associazione mafiosa fino al 1994, e condanna Mannino a 5 anni e 4 mesi di reclusione. Nel 2005 la corte di cassazione annulla la sentenza di condanna riscontrando un difetto di motivazione, rinviando ad altra sezione della corte d'appello.[12] Nell'occasione il procuratore generale presso la corte di cassazione, nel chiedere l'annullamento della sentenza di condanna, così si esprime: “Nella sentenza di condanna di Mannino non c'è nulla. La sentenza torna ossessivamente sugli stessi concetti, ma non c'è nulla che si lasci apprezzare in termini rigorosi e tecnici, nulla che possa valere a sostanziare l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Questa sentenza costituisce un esempio negativo da mostrare agli uditori giudiziari, di come una sentenza non dovrebbe essere mai scritta...”. Il 22 ottobre 2008, riprendendo la sentenza di primo grado, i giudici della seconda sezione della corte d'appello di Palermo assolvono Mannino perché il fatto non sussiste.] La procura generale di Palermo in seguito impugna l'assoluzione, facendo ricorso in Cassazione. Il 14 gennaio 2010, la corte di cassazione assolve definitivamente l'ex ministro democristiano, confermando le tesi contenute nella sentenza d'appello. Richiesta di risarcimento allo Stato da parte di Mannino Dopo l'assoluzione Mannino fa causa allo Stato chiedendo un risarcimento per ingiusta detenzione[20], ma nel maggio 2012 i giudici della Corte d'appello di Palermo rigettano la richiesta[21] in quanto Mannino è stato riconosciuto consapevole di ricevere appoggio elettorale da un boss mafioso. Processo sul coinvolgimento nella trattativa tra Stato e mafia È indagato nell'ambito della trattativa tra Stato e mafia Il 24 luglio 2012 la Procura di Palermo, con il Pm Antonio Ingroia ha chiesto il rinvio a giudizio di Mannino e altri 11 indagati. In tale inchiesta Mannino è accusato di violenza o minaccia verso un corpo politico dello Stato. Nel 2012 Mannino chiede e ottiene di procedere al processo tramite rito abbreviato; la requisitoria è affidata ai pubblici ministeri Roberto Tartaglia e Vittorio Teresi. Il 4 novembre 2015 il giudice dell'udienza preliminare di Palermo, Marina Petruzzella assolve Mannino dall'accusa a lui contestata per "non aver commesso il fatto".[25] Sentenza di assoluzione confermata, in appello, il 22 luglio 2019.
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Giovanni De Sio Cesari
Dimissioni degli indagati Molto spesso siamo colpiti dal fatto che all ‘estero se un politico viene indagato si dimette quasi immediatamente ed esce fuori dal campo politico mentre in Italia il politico resiste, resta nel campo della politica, talvolta fino alla condanna definitiva e anche oltre : il caso di Berlusconi è emblematico. Malgrado circa 50 indagini ha continuato a fare politica , alla fine condannato in via definitiva si è dovuto dimettere a norma di legge ma non ha lasciato affatto la politica e restato comunque uno dei massimi esponenti della politica italiana: il suo declino politico è legato a motivazioni politiche non a fatti giudiziari E non si tratta certo di un fatto unico. una eccezione: un gran numero di politici e amministratori locali sono stati indagati e a lungo e hanno subito processi ma sono rimasti al loro posto fino a che la legge lo permettesse e comunque le vicende giudiziarie hanno avuto scarso impatto sulla loro popolarità . Alcuni concludono allora che l’Italia è insensibile alla pubblica moralità, che è un paese corrotto in tutte le sue componenti o, più comunemente che una parte politica (ovviamente quella alla quale non si appartiene ) è corrotta mentre quel un’altra (ovviamente quella a cui si appartiene ) non lo è. Cosi Scalfari, il fondatore di Repubblica, ebbe a definire la sinistra come la parte onesta della nazione, i grillini, almeno all’inizio, si posero come il partito degli onesti, cosa che era stata già proposta in altre contingenti da Berlinguer Ma bisogna tenere conto di un fatto. Un tempo in Italia come all’estero , gli indagati si dimettevano, uscivano dalla scena politica Ricordo il caso di Piccioni che si dimise e poi usci fuori dalla politica per accuse che si riversarono per il figlio, nemmeno per lui, per il caso Montesi, accuse rivelatosi poi del tutto infondate . Certamente fu una esagerazione ingiustificata ma non fu certo fatto isolato Tutti credeva molto nella magistratura fino a Mani Pulite che infatti spazzò via una intera classe dirigente con semplici indagini prima ancora che con condanne che poi spesso non ci furono e molti poi furono assolti anni dopo con scarsissima risonanza nella opinione pubblica Si ricorda che l’unico processo sostenuto effettivamente dall’eroe per antonomasia di Mani Pulite, Antonio Di Pietro, fu quello contro un certo Cusani, un personaggio del tutto secondario , un semplice esecutore tecnico finanziario
LA SFIDUCIA
Credo che la svolta (ma solo un fatto occasionale ) sia stata l’invito di comparizione a Berlusconi appena eletto mentre presiedeva un convegno internazionale sulla legalità In effetti era solo chiamato a testimoniare, niente altro, ma tutti compresero che si trattava di un inizio di una indagine penale con conseguente processo, come in effetti avvenne. Berlusconi non cedette affatto. L elettorato che lo aveva sostenuto continuò a sostenerlo e quello contrario restò contrario. L’effetto fu quasi nullo, ben lontano dalla onnipotenza di consimili provvedimenti di appena un anno prima In particolare per quei reati Berlusconi fu condannato in primo grado per 4 reati, in appello per un solo reato e in cassazione assolto da tutti e quattro i reati Non mi pongo il problema se Berlusconi in questo come in tutti gli altri casi fosse colpevole o innocente: non è rilevante per il discorso che facciamo Constato solo che la gente non ci credeva e continuava a votarlo Si dice spesso che allora l’elettorato si divide in due parti quello giustizialista che crede ai giudici e quello anti giustizialista che rimane molto scettico Ma NON è cosi La realtà è che dopo invece ci si è divisi in due parti : una parte credeva a una parte della magistratura e l ‘altra parte all’altra parte della magistratura Nel nostro esempio ( solo un esempio) c’è chi applaudiva a quelli che accusavano Berlusconi e chi a quelli che lo assolvevano. il che significa che nessuno più crede alla magistratura ma solo a quei magistrati di cui condivide l’orientamento Alcun pensano
che i politici sono tutti corrotti e che i giudici che fanno
inchieste su di loro siano i BUONI i nostri, quelli che invece li
affossano (assoluzioni, non luogo a procedere, avocazioni pure) siano i
CATTIVI al servizio dei corrotti Paradossalmente i cosi detti giustizialisti non hanno più fiducia nella magistratura nel suo complesso dei cosi detti anti giustizialisti: la perdita di fiducia nella magistratura in Italia quindi è generale Ed è per questo che all’estero subito l'indagato si dimette e da noi come avveniva un tempo; non certo perchè gli italiani siano tutti corrotti o sciocchi Negli altri paesi europei il politico accusato viene sempre condannato Da noi passano anni ed anni poi alla fine spesso viene assolto o, più frequentemente un tribunale lo assolve e un altro lo condanna: tutto resta nella incertezza, nel vago I MOTIVI Andando all’essenziale del problema si è persa la fiducia nella magistratura per le continue contraddizioni fra procedimenti che durano anni e finiscono nel nulla e giudici che si contraddicono: troppo spesso le corti di primo, secondo grado e cassazione giudicano diversamente gli stessi fatti con le stese leggi per cui alla fine la gente perde fiducia E vero che giuridicamente vale la sentenza della cassazione ( passa in giudicato) ma solo formalmente : niente ci dice che essa abbia ragione e le altre corti torto Pensate quando poi la cassazione assolve senza rimettere Dice in effetti che il processo non avrebbe dovuto nemmeno essere celebrato E allora gli altri giudici togati erano degli imbecilli? non è sostenibile Ma questo fatto non è casuale Se i giudici applicassero la legge sarebbe facile prevedere l’esito di un procedimento giudiziario ( certezza del diritto) Invece da noi non si sa mai come va a finire Questo avviene perchè ormai la magistratura applica in modo cavilloso la legge secondo la propria ideologia e orientamento, magari per nobili motivi Nel caso della sea watch un PM chiede gli arresti per la capitana Rackete, un GIP invece non li concede smontando nei fatti ogni accusa. Due magistrati giudicano diversamente uno stesso fatto con le stesse leggi Sarebbe ingenuo pensare che si tratti di un divergenza tecnica nella interpretazione del diritto o che magari uno dei due magistrati sia più bravo dell'altro A tutti appare evidente che le divergenze dipendono da un diverso orientamento ideologico, uno favorevole l altro contrario alla politica del governo sull'emigrazione Paradossalmente
noi possiamo sapere quale sarà l'esito di certi procedimenti giudiziari
conoscendo l’orientamento del magistrato che per caso deve pronunciarsi:
l'esatto opposto della certezza del diritto Un effetto perverso delle indagini a fini politici è che la gente non crede più, non sa se si tratta di accuse fondate o di mene politiche: allora i favorevoli a un indagato continuano ad essere favorevoli e i contrari a essere contrari La efficacia della azione penale è per questo debolissima in Italia Si parla spesso di obbligatorietà dell’azione penale ma il PM che ha qualche notizia di reato può indagare per anni oppure archiviare rapidamente In pratica possiede un potere enorme verso la politica perchè i tempi della giustizia sono immensamente più lenti di quelli della politica Se un politico si dimette perché inquisito esce di scena e se dopo dieci anni sarà magari assolto anche dalla cassazione con formula piena non vi rientrerà più Stranamente l’esito del processo non conta nulla in politica, la gente dimentica Si par Io direi che
bisogna distinguere il piano formale da quello sostanziale I magistrati
formalmente non escono mai dalla legalità formale: è gente preparata Si dice che bisogna difendersi non DAL processo ma DENTRO il processo E’ vero: peroò spesso si indaga a lungo, all’infinito, qualche volta non si arriva proprio al processo o comunque si arriva dopo tanto tempo che ormai la propria vita politica( e non) è rovinata E’ vero che la prescrizione aiuta i colpevoli pero è anche un mezzo comodo per gli PM che non concludono niente e la tirano per le lunghe e poi incolpano la prescrizione C’è poi il perverso collegamento delle indagini giudiziarie e dei media: cosi nella realta quello che viene definito circo mediatico giudiziario è molto forte e popolare perché semplice e esplicativo ; da una parte i buoni, i nostri, dall’altro i cattivi, i traditori Non credo che il
problema sia che con tali pubblicazioni qualche legge sia violata o
meno : un buon ( o anche modesto) avvocato troverebbe sia ragione a
favore che contro
LOTTIZZAZIONE Il caso di lottizzazione esploso con le indagini su Palamara ha messo in evidenza un fatto che poi tutti sapevano: la lottizzazione della magistratura secondo fazioni ideologiche o semplicemente cordate di potere Non è che i contatti fra Palmara Lotti e tutti gli altri fossero delle eccezioni : piu o meno tutti i magistrati fanno in questo modo Si può dire
giustamente che il fatto che tutti fanno in un certo modo non
giustifica tutti e nessuno : è vero. Tuttavia se il sistema è tale per
cui tu o fai un in certo modo oppure sei travolto ( far torto o subirlo,
diceva Manzoni ) allora certo un santo preferisce perire che fare il
male. Ma i santi non fanno politica, si sa, e nemmeno i magistrati E ingenuo pensare che nelle elezioni si voti per il migliore e non per quello che ci è più amico e, nelle migliore delle ipotesi per affinità ideologica Qualcuno propone
semplicemente la anzianità Diceva la buon anima di Cossiga che un
magistrato da giovane vince un concorso e, a meno che non uccida la
moglie, arriva ai gradi più alti : qualunque cosa faccia in bene o in
male non importa nulla, può fare quello che vuole Con il solo criterio della anzianità avremmo poi sempre dirigenti prossimi alla pensione cosi come avviene nella Corte costituzionali nella quale quasi tutto poi diventano presidenti ( con relativa emolumento faraonico ) Pero non mi sembra che dirigenti prossimi alla pensione e molto anziani siano poi la soluzione migliore. Comunque riconosco, meglio la anzianità che il gioco delle correnti L'unica soluzione ragionevole mi sembrerebbe essere il sorteggio fra tutti quelli che hanno i requisiti i quali sono stabiliti una volta per tutti e quindi non possono essere manovrati per favorire questo o quello. Il vantaggio è che l'eletto non deve rispondere a quelli che lo hanno eletto e si sfalderebbe il sistema pernicioso delle correnti e cordate Riconosco che non è il sistema perfetto , ma nessun sistema è perfetto, ma alcuni sono preferibili ad altri L argomento contro il sorteggio è che cosi non si scelgono i migliori: ma è utopistico pensare che si votino i migliori e non i solidali in cordate più o meno oscure Ovviamente la soluzione del sorteggio non piace a chi gestisce questi poteri e si appellano alla costituzione: non si farà mai, a quanto credo Il problema è che l
opera dei magistrati non viene più valutata e per promozioni a numero
chiuso: c’è solo il gioco delle correnti CONCLUSIONE
Perché meravigliarsi
allora che nostra magistratura sia caduta cosi in basso In altri paesi
civili se un magistrato fa cose “strane” viene cacciato a pedate Anche sul piano
della lotta alla corruzione è fortemente negativo perché la gente non
supporta più i magistrati, non da loro fiducia
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