BARBANERA
Uscito dalla stamperia di Pompeo Campana, con la bisaccia stretta al corpo, il venditore raggiunse con passo rapido Piazza Grande. Brulicante di gente, la Piazza accoglieva quel giorno i banchi della Fiera di Santo Manno. Era il 15 settembre del
BARBANERA
Uscito
dalla stamperia di Pompeo Campana, con la bisaccia stretta al corpo, il
venditore raggiunse con passo rapido Piazza Grande. Brulicante di gente, la
Piazza accoglieva quel giorno i banchi della Fiera di Santo Manno. Era il 15
settembre del 1761. Tra mercanzie di ogni genere, broccati e monili,
l'ambulante decise di attendere il momento migliore per tirare fuori quel carico
per lui tanto prezioso. Una giornata calda e limpida aveva infatti spinto
compratori e curiosi, di Foligno e di fuori città, a trascorrere alla fiera le
prime ore del mattino. La campana della Cattedrale batté le dieci. All'ultimo
rintocco un richiamo attraversò l'aria: Barbanera! Barbanera di Foligno! Santi,
fiere, tempo e lune. E per tutti, il Discorso generale del famoso Barbanera, per
l'anno 1762".
Così è entrato nella storia il Barbanera. Quello che sarebbe diventato il
Lunario italiano per eccellenza, fu infatti dato per la prima volta alle stampe
a Foligno, nel 1761, nei locali della stamperia di Pompeo Campana. In verità
Barbanera era già noto in città e in molti si rivolgevano a lui per averne
insegnamenti e consigli. Ma solo quell'anno, il famoso personaggio decise di
affidare alla carta stampata, al foglio unico di un lunario da parete, il frutto
di anni di osservazioni e studi. Nacque in questo modo il Lunario Barbanera,
ricco di informazioni, aperto da un discorso generale sull'anno e decorato da
piacevoli xilografie.
Dal 1762 il più celebre almanacco d'Italia
Da allora il Lunario prese a raggiungere ogni anno i sempre più numerosi e
affezionati lettori. E tale fu la sua notorietà che ben presto travalicò i
confini della città. Venduto per fiere e mercati da cantastorie e venditori
ambulanti, il Barbanera si acquistava a partire dal mese di settembre. Entrava
così nelle case dove, appeso in cucina o nella stalla, si utilizzava quale
indispensabile strumento per le attività quotidiane, ricco com'era di consigli
per i lavori agricoli, le previsioni del tempo, i santi, le feste, e gli eventi
che l'anno avrebbe riservato.
Fu in questo modo che Barbanera, solitaria figura di astronomo, divenne
nell'Italia agricola tra '700 e '800 un'istituzione, una sorta di "vangelo"
soprattutto tra i ceti rurali. Anche se poi, dato il forte legame con il tempo e
la realtà, non mancò di affascinare illustri personaggi di epoche diverse, dal
celebre architetto Giuseppe Piermarini, progettista del Teatro alla Scala di
Milano, a Gabriele d'Annunzio, che così scrisse in una lettera inviata al
parroco di Gardone: "... La gente comune pensa che al mio capezzale io abbia
l'Odissea o l'Iliade, o la Bibbia, o Flacco, o Dante, o l'Alcyone di Gabriele
D'Annunzio. Il libro del mio capezzale è quello ove s'aduna il 'fiore dei Tempi
e la saggezza delle Nazioni': il Barbanera..." (27 febbraio 1934). Al Vittoriale,
la casa di D'Annunzio sul lago di Garda, tra gli oggetti cari al poeta si
conserva ancora oggi la collezione dei "Barbanera", così come varie lettere in
cui l'astronomo di Foligno viene spesso citato.
Ma Barbanera, chi è?
Quanto al personaggio, tradizione vuole che Barbanera sia veramente vissuto a
Foligno. Cresciuto in una numerosa famiglia, andò giovanissimo a studiare in
convento. Ben presto però, spinto da una forte vocazione eremitale, lasciò la
vita monastica per isolarsi e dedicarsi alla contemplazione del cielo. La sua
casa rimase tuttavia sempre aperta agli abitanti del contado ai quali dispensava
consigli e previsioni. Soprattutto Barbanera aveva un amico e discepolo,
Silvano, che lo raggiungeva periodicamente e al quale comunicava,
all'approssimarsi di ogni nuovo anno, le previsioni per il tempo a venire che
lui poi diffondeva in città.
Immagini di Barbanera
Di Barbanera, del suo aspetto, del suo volto, non si hanno descrizioni
dettagliate, ma soltanto piccole incisioni che lo raffigurano intento al suo
lavoro. Si tratta delle immagini contenute nei più antichi lunari Barbanera,
dove colui che viene detto astronomo, astrologo e filosofo, compare con tutti
gli strumenti che di quelle scienze fanno parte. Il compasso, il cannocchiale,
la mappa coeli, i libri, lo sguardo rivolto al cielo nell'atto della misurazione
e della previsione. A sottolineare questa sua funzione, già nelle primissime
edizioni compare la strofa: "Il sol, la luna ed ogni sfera or misura Barbanera,
per poter altrui predire, tutto quel che ha da venire". Come pure
l'abbigliamento, il copricapo e la postura ascrivono la figura di Barbanera ad
un modello dalle radici molto più antiche e comuni a culture diverse: dai Caldei
agli Egizi, ai Druidi. La figura è chiaramente quella del solitario
astronomo-astrologo misuratore del tempo che osserva le stelle per
dedurre, dai loro ciclici movimenti, il ritmo dell'anno e le previsioni di
pratica utilità.
Perché a Foligno
Sono trascorsi solo diciotto anni dall'invenzione della stampa a caratteri
mobili, opera di Johannes Gutenberg, quando a Foligno si dà alle stampe nel 1472
l'editio princeps della Divina Commedia. Un evento importante che si lega alla
forte vocazione tipografica della città. Sin dal Medioevo, Foligno compare
infatti accanto a Fabriano quale luogo di produzione della carta. La presenza di
varie cartiere, qualcuna ancora oggi attiva, fu infatti favorita sia dalla
presenza di corsi d'acqua che ne fornivano la forza motrice, sia dalla presenza
di estese coltivazioni di canapa che fornivano la materia prima. Testimonianza
ne sia che oltre al Barbanera e alla Divina Commedia, già nel '500 si
pubblicavano a Foligno vari lunari e, a partire dal 1681, uno dei primi
periodici d'Italia: Il Giornale di Foligno.
Una tradizione molto più antica
Quello di Barbanera non è stato ovviamente il primo almanacco stampato in
Italia. Al XVI secolo risalgono infatti i primi esempi di questo diffuso genere
di edizioni, caratterizzati da una gran varietà di informazioni di tipo
astronomico e astrologico, di consigli pratici, ricette, proverbi, curiosità,
passatempi. Sia il nome, almanacco, che il genere, hanno origine invece nel XII
secolo, quando gli arabi diffusero in Europa l'uso di tavole astronomiche, dette
appunto "Almanackh", per determinare la posizione e i movimenti del sole, della
luna e degli astri. Con i secoli poi i contenuti si sono arricchiti e
diversificati, fin quando, nell'800, grazie alla sua ampia diffusione,
l'almanacco divenne un importante strumento nel processo di alfabetizzazione dei
ceti rurali e non.