LA CANTATA DEI DODICI MESI
a CUSAMO MUTRI
Più antica e in alternativa al Carnevale in Italia è diffusa la “cantata dei dodici mesi” Si ritiene che essa derivi degli “ambarvalia” - una serie di riti che si svolgevano nell’antica Roma in primavera per propiziare la fertilità dei campi e celebrare la dea Cerere – Si tratta quindi un’allegoria che vuole essere, nel contempo, omaggio e devozione per ciò che Madre Natura offre nel susseguirsi delle stagioni.
Era questo un momento dell’anno in cui le forze del bene e del male agivano simultaneamente, quasi fossero un’energia primordiale che l'uomo, con mezzi magici o con riti religiosi, poteva volgere a proprio vantaggio, oppure allontanare da sé. Tra i rituali più importanti ci sono sicuramente quelli dedicati al tempo, espresso sia in mesi che in stagioni.
E una manifestazione diffusa in tutta Italia nei centri agricoli: ci presenta uno spaccato di una società arcaica, di un mondo rurale in cui la Cantata aveva il potere di scacciare la sfortuna, pur essendo legata ai riti di questa che avevano il compito di ristabilire la condizione economica in una comunità.
Presentiamo la rappresentazione che si tiene ad Cusano Mutri, borgo sannita in provincia di Benevento
che dedica alla “Canta dei mesi” il pomeriggio dell’ultimo giorno del Carnevale.
Ecco il corteo che si avvia per le vie del paese
i suoi protagonisti sono lo specchio di un microcosmo sociale proprio della realtà contadina: c’è un Re, sfarzosamente
abbigliato con un vestito di foggia del seicento spagnolo che rappresenta il potere Il £Padre dei Mesi”, un uomo imponente
munito di una “piroccola”, un gran bastone con l’anno millesimato
un servo, Pulcinella che simboleggia la dipendenza
dodici figuranti che rappresentano i mesi
Ogni mese viene rappresentato da un personaggio eccentricamente abbigliato che, con la sua cavalcatura, avanza recitando
i suoi versi.
Per seguire in video tutta la cantata