Ne sono un esempio la croce di Lorena, a doppio braccio orizzontale e il melograno. La prima fu adottata dai Pueblo, Hopi e Navajo perché riproduceva la forma della libellula, che nella loro cultura indicava il periodo di maturazione del mais e la capacità della pioggia primaverile di dare vita.
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I nativi vedevano la croce in primo luogo come ornamento o la indossavano per pacificare lo zelo missionario dei frati, continuando ad osservare, spesso in segreto, il credo praticato per secoli.
Il continuo interscambio tra le etnie indiane ha prodotto nei secoli cambiamenti radicali nell'attività di sussistenza. Ne sono un esempio i Navajo che, originariamente raccoglitori e cacciatori, attraverso I'Interrelazione con i Pueblo sedentari agricoltori, acquisirono conoscenze di agricoltura che li portarono ad una scelta di vita semi nomade, coltivando mais, fagioli e zucca, allevando ovini e praticando l'artigianato tessile con telai verticali, intessendo canestri e da ultimo dedicandosi all'artigianato orafo.
Nel 1864 un evento segnò l'inizio di quella che sarebbe divenuta l'apprezzata arte orafa degli Indiani d'America. Più di 8000 Navajo vennero confinati nella riserva creata a Fort Sumner vicino a Bosque Redondo, all'estremo est del New Mexico, dalle milizie degli Stati Uniti.
Durante la cattività, i Navajo si dedicarono alla realizzazione di gioielli in metallo. Fino a quel momento i nativi avevano creato i loro monili con materiali naturali come turchese e conchiglie. Inizialmente i gioielli furono prodotti in rame, ottone e ferro, non in argento, materiale troppo costoso per i nativi. I primi manufatti, si avvicinano alle forme usate dai gruppi delle Grandi Pianure, come gli Ute, Comanche e Sioux, che con gli Indiani del sud-ovest avevano continui scambi commerciali.
Presto i Navajo cominciarono a richiedere briglie da cavaliere , rosari, croci e medaglie spagnole, collane squash blossom e cinture concha in una foggia che univa lo stile importato con il carattere indigeno
Alla fine del 1800 si contavano numerosi artigiani orafi tra Navajo, Hopi e Zuni. Da allora la produzione crebbe nel tempo coinvolgendo un numero sempre maggiore d'Indiani, soprattutto in seguito all'apertura della ferrovia che portò a Santa Fe turisti alla ricerca di gioielli importanti. Indipendentemente dalla domanda turistica, per i Navajo I'artigianato orafo divenne indice di ricchezza e prestigio. I primi ad abbinare argento e turchese furono i Navajo, influenzando poi Zuni e Hopi che proseguirono in uno stile tutto loro nei cammino artigianale.
Sin dalla metà '800 il sud-ovest generò un importante gruppo di commercianti europei-americani, che ripresero il commercio di prodotti importati come il corallo
Questi mercanti ebbero grande importanza per lo sviluppo dello stile artistico degli Indiani. Scoprirono i migliori talenti artistici locali, li incoraggiarono e promossero il commercio dei loro prodotti. In particolare per i Navajo l'evoluzione artistica fu centrale nella ricostruzione del proficuo rapporto con gli anglo americani e con gli altri gruppi nativi