ITALIAN HERITAGE NIGHT
Delia Socci Skidmore
Sabato, 23 giugno 2007, nella sala di ricreazione della chiesa del Sacred Heart la Comunita Italo Americana di Stamford ha assistito al secondo annuale programma di storia ,danza, musica, poesia e numerosi canti tradizionali italiani per rendere omaggio alla comunita`italoamericana della West Side e della sua parrocchia.
Poi appena mi allontanai pensai alle difficolta` che avrei affrontate, chiusi gli occhi, mi passai la mano sulla fronte piu` volte come per scacciare i dubbi che gia` mi assillavano e rimasi in meditazione per qualche minuto.
Dopo mi misi subito al lavoro. Seguirono telefonane, preghiere, e-mail ,portavoce e ogni altro mezzo di comunicazione a mia disposizione per contattare amici e conoscenti ed invitarli a far parte del programma.
Le risposte erano lente a venire. Io intanto preparavo il programma. Contattai gli amici che sapevo mi avrebbero aiutata.
Finalmente riuscii a mettere insieme un gruppo di cantanti , musicisti, attori e danzatori e due simpaticissimi ragazzini di sei e sette anni. Il mio amico prof. Martino si offri di fare da maestro di cerimonie , accettai subito. Al coro della chiesa dissero subito che avrebbero partecipato ma solo se l’organista col quale avevano cantato per la chiesa per numerosi anni avrebbe suonato e diretto. Questo richiesta presentava un gran problema: l’organista si era trasferito da poco in un'altra parrocchia in un altra citta`. Le brave donne dissero che solo con lui potevano cantare. Mi sa che mi facevano un po di “ prima donna” Mi rivolsi subito al mio amico Angelo, anche lui canta in chiesa con le donne e mi disse: “Non ti preoccupare ci penso io”
Tirai un altro respiro di sollievo.
Si avvicinava il grande giorno e ancora mi sembrava che ben poco era stato organizzato.
Mancavano i costumi regionali, e quelli delle pacchiane ciociare. I costumi della regione di Catanzaro dovevano essere cuciti da una sarta esperta. Ancora non l’avevo trovata , quelle delle pacchiane le avevamo.
Comunicai il mio timore all’amico Vincenzo Martino. Mr. Martino e` un venerato anziano professore d’italiano. E` ben conosciuto nella comunita`e si vanta di aver insegnato l’italiano a tutti i figli italiani di seconda generazione.
Mi rassicuro` alzando una mano in quel gesto tutto italiano, la giro`da un alto all’altro e disse con voce rassicurante: “non ti preoccupare, noi siamo italiani, siamo artisti! Tutto andra' bene.”.
Annuii col capo ma non ero per niente sicura. Seguirono due settimane di affannose ricerche, prove, contatti e coordinamenti degli orari adatti ai bambini e agli adulti spesso in conflitto. Lasciamo poi stare e calmare i “performers on an ego trip”
La sera prima dello show ci radunammo nella sala di ricreazione per le ultime prove. I miei artisti cominciarono subito a cambiare posizioni nel programma e titoli delle
canzoni che avevamo gia` preparato. Insieme revisionammo il programma ma ben poco cambiò`. Feci notare che il tema del programma era: “Partenze e arrivi. costumi e cultura” quindi doveva restare come l’avevo fatto io.
Ci fu un altro che richiese mezz’ora del programma per mostrare un filmato della trebbiatura. Gli dissi che non poteva esigere mezza ora del programma all’ultimo minuto. Segui uno scambio tra me e lui a voce alterata. Alla fine ci mettemmo d’accordo che il suo filmato lo poteva fare vedere all’intermezzo quando i presenti facevano il coffee break . Mi parve una bella idea.
Torse il muso ma non disse niente. Le prove andarono benino . Alla fine arrivo` Tina con un bellissimo costume di Cosenza . Mi disse che lo aveva cucito in un giorno e due notti. Le facciamo i complimenti, Tina lo avrebbe indossato per la danza di “calabrisella”.
Il giorno dopo ero piu` serena, avevo fiducia nei partecipanti e il prof. Martino mi era sempre accanto per riassicurarmi .
Dissi una preghierina all’Angelo Custode e tirai un respiro di sollievo.
Poi andai dal parrucchiere e per l’occasione avrei cambiato stile e colore dei capelli. Scelsi il vestito e le scarpe con cura. Ero pronta.
Ci incontrammo tutti nella sala due ore prima della rappresentazione . Nella sala spirava un aria elettrizzante .
C’era un via vai di gente che preparavano la tavola per l’intervallo, altre che portavano vassoi di biscotti preparati in casa. Quando le signore arrivavano con i biscotti li posavano con cura sul tavolo, poi mi facevano segno di venire a guardare il loro capolavoro.
Io facevo i complimenti a tutti, sapevo che sanno cucinare benissimo . Avevamo una varieta` di torte, focacce e biscotti di vari colori e forme che avrebbero tentato anche il piu` delicato palato ad assaggiare.
Mentre parlavo col tecnico del suono incaricato ( era un amico che mi aiutava ma gli piaceva il titolo) per vedere dove posizionare i vari performers e sistemare il microfono per una bassina come me` ,e` arrivata una donna conoscente. Si avvicina e senza dire una parola mi prende per la mano e mi trascina dietro di se` come se fossi un oggetto. Mi porta vicino al suo vassoio, sposta la carta colorata ad un angolo e rivela un bel cestino di biscotti bigne`.
Il cestino e` decorato con un grande nastro argentato. Poi si avvicina di piu` e mi sussurra: “Mi I do this cooky fo you. Questi sono speciali li ho fatti perche`questa e` la festa nostra. e aggiunse : "Niente scilopp scelaapp “. Questa era una nuova espressione che non avevo sentito mai, mi sembra che intendesse dire che non erano cose americane che lei non avrebbe capito. Poi con voce appena udibile mi dice: “Vedi quella” e punta il dito ad un altra donna all’altro lato della sala ,” she try copy mi, she try. “ Poi con un tono soddisfatto dice : "ma non ci riesce questi li so fare solo io! "E punta il dito a se` stessa.
Tutti i partecipanti si ripassavano le parti laboriosamente. I cantanti si schiarivano e ripassavano gli alti e i bassi. Il ragazzino col violino ripassava il suo “Fra Martino” sotto lo sguardo orgoglioso di sua madre che sussurra le parole.
Nicola Steven , un ragazzino di 7 anni si schiarisce la voce e prova l’Inno Nazionale, mentre nonno Nicola lo dirige. Gli altri ripassano le poesie . Il coro della chiesa cantera` anche senza il loro organista.
L’amico col video della trebbiatura prova la proiezione . Comincia ad arrivare gente, in poco tempo la sala e` piena.
Lo mc ??? si avvicina e mi dice che dovremmo cominciare . Guardo attorno vedo tanti amici e conoscenti e anche persone mai viste. Andiamo, siamo pronti
Al segnale Nicola Steven si posiziona davanti al microfono. E` anche piu` piccolo dei suoi 7 anni. il "tecnico” aggiusta il microfono. Il nonno gli sta dietro e lo dirige. Inizia la musica dell’ Inno Nazionale Americano e Nicola lo canta benissimo. Non si crederebbe una voce cosi intonata per un ragazzino. I presenti, come d’uso, si alzano mettono una mano sul cuore e cantano sottovoce. Nicola riceve molti applausi. Ora il nonno, anche lui di nome Nicola gli fa segno. Nicola Steven e`gia’ pronto.
Inizia a cantare l’Inno Nazionale Italiano . Canta la prima strofa benissimo. Poi il nonno gli grida “voce” e Nicola Steven alza la voce.
Si alza sulla punta dei piedi , alza le braccia sopra la testa e continua con ardore. Gli italiani cantano con lui. Di nuovo riceve fragorosi applausi . Il nonno lo guarda con orgoglio e tenerezza mentre i lacrimoni scendono sul viso. Il nipote per niente turbato da tutta l’attenzione va a sedersi. Poi si volge verso il nonno e grida “nonno ti voglio bene!” .
Tutta la sala sente e lo applaudiscono. Il nonno non si contiene dalla contentezza. Il ragazzo guarda un po’ sorpreso poi alza le spalle e torna a sedersi.
Presentiamo il nuovo parroco che fa un bel discorsetto corto. Io inizio con la storia dell’emigrazione. La presento con tanti accenni paesani e mi rivolgo a tante persone presenti che sono venute allo stesso tempo di me e invito a commentare.
Lo show procede bene . Bruno Macari ci canta canzoni popolari e i presenti fanno il sing along. Il coro della chiesa si unisce ai presenti.
Angelo Raus ci canta “ paese mio”.
Viene il turno di Joseph il nostro violinista di 6 anni. Viene introdotto con gran rilievo. E`vestito a festa , tutto serio, si avvicina al microfono. Il nostro tecnico glielo aggiusta. E` anche piu` piccolo di Nicola. Molto serio ora comincia a suonare “Fra Martino “ .Quando fa una piccola stonatura continua imperturbato. Anche lui riceve molti applausi. Rimane vicino al microfono senza muoversi. Poi mi guarda e mi fa segno di avvicinarmi. Mi chiede sottovoce se va bene,se deve suonare un altro pezzo del suo repertorio. Certamente. Viene introdotto di nuovo con dovuto rispetto a un star come lui. La madre lo guarda piange e ride, il padre gira il filmato. Joseph accomoda il violino, piega il capo da un lato e inizia a suonare. Ci suona una canzoncina Americana: "twinkle twinkle, little star" Quando finisce lo applaudiscono di nuovo. Si volta verso di me, lo prendo per la mano e gli dico di fare l’inchino agli spettatori. Lo fa e poi sorride e spalanca due occhioni neri e torna a sedersi.
Lo spettacolo continua con canto di “O marinariello”: nonno Nicola, vestito in costume tradizionale del paese, prende una rete da pesca e scalzo ora ci da la sua interpretazione della canzone. Seguono altre storie personali, poesie , balli paesani. Tina col suo bel costume si esibisce in una bella danza calabrese con Nicola Corrente.
Siamo quasi alla fine. Ci sono le riconoscimenti e ringraziamenti.
Io non sento stanchezza anche se non ho dormito per una settimana. Finalmente posso prendere un respiro di sollievo. E` andato tutto bene, anche meglio di quanto mi aspettassi e lo devo a tanta brava gente di talento che hanno collaborato per il successo del “ Italian Hertage Night” . Prima di uscire tanta gente si affolla attorno a noi, ci parlano delle loro esperienze si fanno promettere che le presenteremo al prossimo show. Poi da una sedia si alza una signora di 96 anni. E` Loreta G., una amica di famiglia da sempre. Loreta e` curva e cammina col walker. Faccio qualche passo per andarle incontro, mi fa segno di aspettare, verra` lei da me. Si avvicina mi prende la mano e la stringe fra le sue , poi si volta a tutti e con tanto orgoglio dice:
"Chesta Dellia la so cresciuta i." ( Delia l’ho cresciuta io). Sono commossa non mi aspettavo niente di questo dalla vecchia amica di mia madre. Abitava vicino a noi a Settefrati ed eravamo come tutta una famiglia. L’amicizia e continuata e continua ancora.