IL VENEDI SANTO A VALLATA
La Processione del Giovedì e Venerdì Santo, tradizionale e spettacolare rappresentazione religiosa, si svolge da tempo immemorabile nel comune di Vallata. una cittadina ai confini fra Campania e Puglia appollaia sugli Appennini a 870 metri sl mare:
UN po in tutti i centri antichi di Italia si tengono Sacre Rappresentazioni della Passione di il Giovedi e il Venerdi Santo le cu origini si perdono nel medioevo ma che geneeralemente risalgono nelle forme attuali al '700
Un particolare e singolare aspetto la Sacra Rappresentazione assume aVallata, Qui infatti il maggior parte della manifestazione non è costituita dai consueti quadri della Passionui intramezzati da soldati romani con abbiglianento piu o meno fantasiosema ma proprio dalla sfilata di due squadroni di esercito roamano vestiti e armati con con una notevole precisione storica
Essa si origina, pare, alla meta del 500 quando la vivacità economica di Vallata e il suo costituire un nevralgico snodo stradale, determina lo stabilimento di una piccola ma fiorente comunità ebraica, specializzata nel commercio del bestiame, della lana e delle pelli, oltre che nelle consuete attività creditizie. A tale presenza si ricollega la scenografica rappresentazione, che dopo la conversione forzata del 1541 assunse il significato di una catechesi pubblica severa nei confronti degli antichi ebrei, ora divenuti cristiani novelli.
Tali rappresentazioni iniziano il giovedì con la consueta lavanda dei piedi, la cattura con il tradimento di Giuda, il processo davanti a Pilato e la flagellazione. Si passa così al venerdì, dove viene ricordata la passione di Cristo con una commossa rievocazione, lontana dalle rappresentazioni sacre così diffuse nel medioevo, tramite i cosiddetti “Misteri”, costituiti dai simboli e tele settecentesche raffiguranti Gesù nei vari momenti della passione e i personaggi intervenuti nella stessa ,con frasi del racconto evangelico di San Giovanni, oltre a stendardi, insegne romane e altri simboli sacri.
Animano la processione due numerosi "Squadroni”, uno dei piccoli e uno dei grandi, formati da giovani del paese con armatura romana al completo, preceduti, il piccolo squadrone, dall’ Aquila latina con due alabardieri e dalla guida e, il grande, da Cesare Imperatore con Lictores, capo squadrone e Pilato. Partecipano alla Processione circa 150 figuranti. Il passo di tutti è cadenzato dal ritmo di un suono caratteristico di tromba e tamburo, che contribuisce a creare un ambiente di commossa riflessione sul grande mistero di dolore di Cristo.
Tale meditazione è ulteriormente sollecitata da alcuni cantori sparsi lungo la processione che intonano in un motivo popolare caratteristico, i versetti sacri del Metastasio sulla passione, tradotti in dialetto irpino. Chiudono la processione il feretro del Cristo morto circondato dai medici del paese e l’Addolorata circondata da bambine con bandierine listate a lutto.
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